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 No alla tessera del tifoso

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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Icon_minitime2011-05-02, 18:44

La tessera del tifoso è illegale. Ecco perché

(Il Romanista - A.Veltri) - Ricordo con piacere che questo giornale è sempre stato in prima fila per quella che chiamammo un anno fa una “lotta di civiltà”. Evitando le autocelebrazioni, ricordo ancora come a maggio del 2010 lanciammo la campagna per scongiurare quello che il direttore ha definito come un “obbrobrio”, ossia l’entrata in vigore della “Fidelity card”, la famigerata Tessera del Tifoso. Il nostro quotidiano ha fatto propria questa battaglia, insieme a molti altri, Daniele De Rossi, il Capitano, speciali radiofonici di ottimo contenuto giornalistico, convegni ed incontri organizzati da quasi tutti i Roma club e da My- Roma, importanti approfondimenti nelle riviste legate ai colori oro-porpora, le fondamentali contestazioni effettuate dalla Curva – in particolare, lo slogan “Io non mi tessero” della prima giornata di campionato- ed infine alcune personalità di spicco di fede romanista, come, ad esempio, Paolo Cento, Claudio Amendola e Michele Baldi. I profili discriminatori della “Privilege” sono molteplici: in primis, la violazione della privacy. Il chip all’interno della carta è dotato di tecnologia RFID, che sta per Radio Frequenza Identificazione a Distanza. Le tessere volute dal Ministero sono dotate di chip in grado di tracciare i possessori potenzialmente ovunque. Ora, la riservatezza è tutelata dall’art. 2 della Costituzione italiana, in quanto facente parte dei diritti della personalità, ossia dei diritti inviolabili dell’uomo, per il legame che si instaura tra il singolo cittadino e le formazioni sociali, comprese le istituzioni. Tale diritto viene inoltre legittimato, riconosciuto e protetto anche a livello europeo dal Trattato di Lisbona del 2008 che ha reso operativa la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea o Carta di Nizza, base di una vera e propria Costituzione dell’Unione Europea, che elenca le libertà meritevoli di protezione all’interno del territorio comunitario. Fra queste libertà è ricompreso il diritto alla privacy: l’art. 8 stabilisce infatti che «ogni individuo ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che lo riguardano». Inoltre, sempre la norma in questione prevede che «tali dati devono essere trattati secondo il principio di lealtà, per finalità determinate e in base al consenso della persona interessata o a un altro fondamento legittimo previsto dalla legge». Occorrerebbe, appunto, valutare la legittimità della Tessera rispetto alla normativa comunitaria, dato che la “Card” non ha un fondamento legislativo. Il programma di fidelizzazione dei tifosi attraverso la attribuzione di carte dotate di microchip si basa, infatti, su una direttiva del Ministero dell’Interno. Direttiva che, pur non avendo una efficacia esterna, cioè non incidendo sulle situazioni dei singoli cittadini, costituisce tuttavia una “regola tecnica” alla quale la Pubblica Amministrazione si deve adeguare nel trattare le posizioni individuali. Come regola tecnica appunto, può essere impugnata davanti al T.A.R. insieme al provvedimento emanato dal Prefetto o dall’Osservatorio, oltre che per la riservatezza, anche per violazione del principio di ragionevolezza, ossia per trattare situazioni simili in maniera diversa. Il principio di ragionevolezza è esattamente una applicazione del fondamentale diritto di uguaglianza, sancito dall’art. 3 della Costituzione, che impone: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Questo cardine del sistema costituzionale italiano, sottolineato ieri dal Direttore nel suo editoriale, impone che non possano effettuarsi discriminazioni fra cittadini e, quindi, nel nostro caso, che non possano sussistere “tifosi irregolari”, senza Tessera, differenziati dai “tifosi regolari”. Il principio in questione è anche ribadito, a livello europeo, dalla Carta di Nizza che, agli articoli 20 e 21, solennemente afferma: «Tutte le persone sono uguali davanti alla legge» e «È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura». Non può quindi determinarsi in alcun modo, né a livello di normativa interna, né a livello di legislazione comunitaria, una disparità di trattamento tra cittadini “tesserati” e “non tesserati”. Più specificamente, il Tar, competente a ricevere il ricorso, oltre a non applicare il provvedimento o interpretarlo in maniera conforme alle norme europee, può legittimamente rinviare gli atti alla Corte di Giustizia comunitaria, per valutarne la legittimità. Infine, la circolare del Ministero degli Interni, come sottolineato da vari giuristi, fra i quali Lorenzo Contucci, contrasta anche con la legge interna. L’art. 8 della Legge 4 Aprile 2007 N° 41, che prevede “misure urgenti per la prevenzione e la repressione di fenomeni di violenza connessi a competizioni calcistiche”, emanata subito dopo la morte dell’Ispettore Raciti, obbliga i club di Serie A, B, Lega Pro e Dilettanti ad escludere qualsiasi tipo di facilitazione per i supporters delle squadre di calcio, pena una sanzione amministrativa del Prefetto con multa dai 50.000 ai 200.000 euro. Stessa norma è prevista dall’art. 12 del Codice di Giustizia Sportiva, che stabilisce: «Alle società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi, organizzati e non, di propri sostenitori». Ma la direttiva Maroni del 2010 prevede la concessione di una serie di benefits a favore dei tifosi “fidelizzati” che abbiano ottenuto la famigerata Carta. L’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, difatti, spinge le società a favorire “la concessione di facilitazioni, privilegi e/o benefici”. In sostanza, la legge osteggia la possibilità di favorire i tifosi da parte delle società ma, allo stesso tempo, concede ai “tesserati” dei benefici…Se non è discriminazione questa…
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Icon_minitime2011-05-20, 19:07

Puntata di Report su Rai 3 sulla Tessera del tifoso



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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Icon_minitime2011-07-19, 11:06

Sul fronte tessera importante iniziativa dell'A.S. Roma che cerca di trovare un'alternativa all'abbonamento obbligatorio solo con la tessera del tifoso.
Parecchie altre società vogliono imitarla, ma il viminale cerca di frenare tutto...




15-07-2011
GASPORT (A. CATAPANO) - È arrivato il giorno, finalmente. Presentazione della campagna abbonamenti 2011-12, stamattina a Trigoria, con l’a. d. Claudio Fenucci a tenerla a battesimo e il dirigente Carlo Feliziani a illustrarne i contenuti. L’attesa è stata lunga, ma le novità non mancheranno: prezzi più popolari, pagamenti in comode rate, probabilmente agevolazioni e interi settori dedicati alle famiglie. Soprattutto, la possibilità di abbonarsi senza dover sottoscrivere la tessera del tifoso. È l’ultima idea della nuova Roma, che proprio in queste ore dovrebbe aver ricevuto l’ok dall’Osservatorio: sarà possibile sottoscrivere un nuovo abbonamento (con foto) senza dover al contempo dotarsi della tessera del tifoso. La novità è resa possibile dalle banche dati integrate Viminale-Lottomatica, in virtù delle quali — è stata la posizione della Roma presso il ministero — la tessera diventa superflua. Ovviamente, a chi non la sottoscrive continueranno ad essere precluse le trasferte.




17-07-2011
REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - Chiarezza e trasparenza: ecco cosa ci vuole nel progetto della tessera del tifoso. Da quest'anno, come noto, tocca ai club: il Viminale, pur soddisfatto di come è andata la prima stagione (meno incidenti), si è fatto da parte. Ma ecco che sorgono subito equivoci: la Roma ha fatto un abbonamento senza tessera del tifoso. Un messaggio che fa piacere all'avvocato Lorenzo Contucci, legale di tanti ultrà: "Io sono sempre stato contrario alla tessera e questa è la prima vittoria". Ma che causa polemiche e sospetti: anche il Bologna ora vuole copiare la Roma.

Le procedure, comunque, non escludono il controllo dei dati anagrafici e anche della "buona condotta": secondo il Viminale quindi le norme previste per la tessera del tifoso non vengono aggirate. Ma è necessario, quanto prima, un chiarimento ufficiale per evitare equivoci e, soprattutto, per rispetto dei tifosi (cosa che in passato sovente è mancata).

Come si farà, ad esempio, con le trasferte? Il ministro Maroni era stato chiaro: si va solo con la tessera del tifoso. A meno che i club si facciano carico dei loro tifosi non tesserati. Questa divisione fra buoni e cattivi (presunti, ovviamente) è semplicemente assurda. La stagione sta per iniziare, i club sono impegnati a mettere soldini in cassa con la campagna abbonamenti: ma vorremmo sapere quali sono le facilitazioni previste per i tifosi che fanno la famigerata tessera. Ripeto: deve essere uno strumento non contro le tifoserie, ma a favore (come previsto nello spirito iniziale) e non deve essere nemmeno l'occasione per fare business. Tocca ai club quindi svegliarsi.




19-07-2011
IL ROMANISTA (D. GALLI) - Per ora è un altolà, c’è poco da fare. La Roma voleva – anzi, vuole – vendere gli abbonamenti anche a chi non ha la tessera del tifoso. Naturalmente, nel pieno rispetto delle regole. Ma ieri il Viminale l’ha stoppata. L’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive vuole incontrare giovedì mattina i rappresentanti della Lega di Serie A «al fine di operare un’analisi della iniziativa proposta» dalla Roma. Dovrebbero essere invitati anche i dirigenti giallorossi. L’impressione, però, è che il caso rientrerà presto. Per tanti motivi, ma per uno in particolare: l’idea di consentire di abbonarsi anche ai non tesserati era stata ampiamente spiegata, e quindi (anche se non ufficialmente) concordata con il Viminale. «In merito - si legge in una nota dell’Osservatorio - all’annunciata iniziativa di vendita degli abbonamenti dell’AS Roma anche ai non possessori della tessera del tifoso, corre l’obbligo di rammentare che il recente “Protocollo d’intesa”, siglato tra il Ministro dell’Interno ed i vertici sportivi, esclude espressamente tale possibilità, sebbene nel contesto di una piena autonomia dei club di strutturare iniziative promozionali, nell’ambito della cornice delle regole che disciplinano la tessera del tifoso».

L’Osservatorio «è stato convocato - prosegue la nota - in seduta straordinaria alle 10 di giovedì 21 luglio, al fine di operare un’analisi della iniziativa proposta, anche per valutarne eventuali applicazioni a livello nazionale. Nel frattempo è stato chiesto all’AS Roma di avviare la campagna abbonamenti con la sola modalità collegata all’AS Roma club Privilege». Ma che è successo? Possibile che la Roma abbia presentato una campagna abbonamenti in contrasto con le direttive del Viminale? No, non lo è. La società si era consultata con gli uomini dell’Osservatorio. Era stato spiegato tutto il progetto, per filo e per segno. La Roma era partita da una constatazione elementare: la tessera del tifoso ha spaccato la tifoseria. Nella passata stagione, in un paio di trasferte si erano vissuti momenti di tensione tra non tesserati e tesserati. Invece di unire, la tessera ha diviso. Altro che fidelizzare. Questo lo pensa tutta la Roma. «Niente polizia negli stadi, niente tessera del tifoso, nessuna tribuna lontana». Non è un manifesto ultras, ma il sogno di Franco Baldini per un mondo migliore. Al Viminale, dove non tutti si chiamano Maroni, hanno ascoltato e annuito. La Roma li aveva messi però in guardia: guardate, che c’è il rischio che passi un messaggio diverso. Che qualcuno pensi che la Roma stia bypassando la normativa sulla sicurezza. Che qualcuno strumentalizzi la seconda via giallorossa. E infatti è andata esattamente come temeva la Roma. È passato il messaggio sbagliato. C’è chi ha scritto che la società avrebbe ignorato le direttive del Viminale sulla sicurezza. Assolutamente no. L’abbonamento cartaceo, che a differenza dell’As Roma Club Privilege non sarà una carta di credito, non potrà essere rilasciato ai daspati e a chi ha subito condanne per reati connessi a manifestazioni sportive negli ultimi cinque anni.

Proprio come l’As Roma Club Privilege. E allora qual è il timore del Viminale? Semplice. Che la soluzione made in Trigoria potrebbe essere adottata da tutti. Napoli, Samp, Bologna, Catania, Alessandria e Taranto sono prontissime a percorrere la stessa strada. E l’elenco è destinato ad allungarsi. Il Ministero dell’Interno teme l’effetto macchia d’olio. È probabile che giovedì venga chiesto alla Roma di rispiegare in maniera più dettagliata il progetto. Tornare indietro sarebbe un autogol. Per tutti. Lo stop imposto dal Viminale, comunque, non incide per ora sulla campagna abbonamenti giallorossa. Oggi alle 15 inizia infatti la prelazione, che potrà essere esercitata nei punti Lottomatica e nei Roma Store dai vecchi abbonati. E quindi da chi è tesserato. La sottoscrizione degli abbonamenti cartacei, quelli sub judice, scatterà dopo. Per fortuna, aggiungono a Trigoria. Sennò sai il caos che si sarebbe creato adesso?
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Icon_minitime2011-09-15, 10:37

PERCHE’ LA TESSERA DEL TIFOSO E’ ORMAI INUTILE

La “tessera del tifoso” non si basa un una legge dello Stato, regolarmente discussa e votata in Parlamento, ma viene di fatto introdotta con la circolare amministrativa n. 555 del 14 agosto 2009 con la quale, in buona sostanza, il Ministro dell'Interno Maroni scrive a prefetti e questori dicendo loro che se le società non adotteranno il programma in questione, saranno liberi di considerare “non a norma” gli stadi in cui giocano e conseguentemente chiuderli.

La stessa viene subito avversata – in maggior misura – da parte dei tifosi che seguono in modo più attivo la squadra per diverse ragioni:

- da un lato, viene contestato lo stesso concetto di una “tessera del tifoso” di fatto imposta alle società da parte del Ministero dell’Interno, invece di essere liberamente adottata dalle stesse;

- dall’altro ne viene contestata la modalità di rilascio, che si poggia su presupposti poco chiari e, soprattutto, giuridicamente ingiusti, visto che viene richiamato al riguardo l’art. 9 della legge Amato n. 41/2007 che dice che non possono avere titoli di accesso negli stadi coloro che (anche in passato) abbiano ricevuto un daspo ovvero coloro che (anche in passato) abbiano avuto, anche solo in primo grado, condanne per reati da stadio.

Poiché la gamma dei “reati da stadio” e delle ragioni di “daspo” è stata infinitamente aumentata nel corso degli anni con continui aggiornamenti degli artt. 6 e segg. della legge n. 401/89, era del tutto ovvia la preoccupazione di quella parte di tifoseria che, seguendo sempre la squadra, poteva avere problemi al riguardo anche per comportamenti veniali e non necessariamente violenti (ad es.: la semplice accensione a scopo folkloristico di un artifizio pirotecnico).

Con una nota chiarificatrice, il Ministero dell’Interno “interpreta” il suddetto articolo scrivendo che la tessera del tifoso non può essere rilasciata a chi ha daspo in corso (il che è ovvio) ed anche a chi ha avuto condanne da stadio, anche solo in primo grado, negli ultimi 5 anni e questo è assai meno ovvio, come dimostrerà l’esempio concreto che segue:

Tizio, al gol della Roma, accende per festeggiare un artifizio giallorosso, senza provocare pericolo per alcuno.

Il suo comportamento costituisce comunque reato, sicché il Questore lo diffida per due anni (lasciamo stare se con o senza obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria) a partire dal 2011.

Fino al 2013, quindi, Tizio non potrà andare allo stadio per decisione del questore e non potrà, ovviamente, avere la tessera del tifoso.

Per lo stesso identico fatto, però, lo stesso verrà poi anche condannato dal giudice, perché l'accensione di un artifizio in uno stadio costituisce reato. Supponiamo che ciò avvenga, per i tempi della giustizia, nel 2016. Dal 2013 al 2016 Tizio, potrà tranquillamente tornare a seguire la propria squadra. Con la condanna del 2016, il giudice dà un altro daspo giudiziario a Tizio, di due anni con obbligo di presentazione. Dal 2016 al 2018 quindi Tizio, nuovamente e per lo stesso fatto, non potrà andare allo stadio. Per via della interpretazione dell’art. 9 del Ministro dell’Interno (che peraltro è del tutto informale, visto che una legge non è interpretabile con una circolare - in claris non fit interpretatio - o, peggio ancora, con comunicati dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive), Tizio non potrà poi avere la tessera del tifoso fino al 2021 (5 anni dalla sentenza di primo grado), ma se si dà retta al tenore della norma vera propria, lo stesso non potrà più andare allo stadio. Per l'accensione di un artifizio pirotecnico, quindi, si hanno più o meno 7 anni di inibizione (nella migliore delle ipotesi), con alcune parentesi in cui si può andare allo stadio: che senso ha?

Ora, se è il daspo che qualifica la pericolosità “da stadio” di un soggetto, è assolutamente evidente, anche al profano, che una volta scaduto il daspo dato dal questore, il soggetto “diffidato” non è più ritenuto pericoloso dalla stessa Questura, di tal ché non ha alcun senso – ed è anzi una vessazione – impedire il rilascio di titoli di accesso per un periodo di tempo superiore, fosse anche di un solo giorno oltre al daspo già scontato.

Detto questo da un punto di vista giuridico, è altrettanto evidente che, una volta messo a punto il – sia pur ingiusto – sistema previsto dall’art. 9 della legge 41/2007, la tessera del tifoso diviene del tutto inutile dal punto di vista della sicurezza: se già il rilascio del singolo biglietto viene di fatto controllato, nei suoi motivi ostativi, dall’emittente il biglietto stesso (che riceve un OK o un KO dalla stessa Questura una volta che inserisce il nominativo dell’acquirente), noi abbiamo un controllo di sicurezza a monte per qualsiasi persona che accede in uno stadio, sia esso possessore di tessera del tifoso o meno.

Se anche si volesse dire che il rilascio del singolo biglietto può risentire di errori da parte del rivenditore o "trucchetti" da parte dell'acquirente (che magari può dare un nome leggermente diverso dal proprio per ingannare il sistema), certo questo non lo si può sostenere per l'abbonamento, dove il controllo di questura viene svolto in maniera approfondita dalla questura per una sola volta, al momento della richiesta dell'abbonamento.

A Roma – ma anche in altre città – si sta ormai attuando il sistema “questura on line” o “blacklist” e diverse persone non riescono più ad acquistare il biglietto per ragioni per altro discutibili, che - al solito - variano di città in città: Questura che giri, usanza che trovi.

Varrà sottoporre il caso di xxxxx, reale:

condannato per i disordini avvenuti a xxxxx nel 1994, lo stesso ha regolarmente scontato il suo daspo e la sua condanna.

Poiché la sentenza di Cassazione (terzo grado di giudizio) che ha confermato la sentenza del Tribunale di xxxxx è intervenuta nel 2010, gli è stato comunicato che fino al 2015 non può più avere biglietti e, conseguentemente, andare allo stadio, che ha tranquillamente frequentato per 15 anni dopo quei fatti senza alcun problema.

Altro esempio reale: un tifoso ha già scontato la diffida biennale perché per festeggiare la squadra aveva acceso dei fumoni nel 2004. E’ stato, a distanza di quattro anni, condannato per lo stesso fatto, ha scontato la sua pena e ora lo stesso, per 5 anni dal 2010 e pur essendo lo stesso nel frattempo tornato allo stadio senza commettere reati, non può avere biglietti o tessere che siano.

E’ appena superfluo aggiungere che se il sottoscritto ha ucciso un uomo, una volta scontata la condanna può avere la tessera del tifoso e qualsiasi tipo di biglietto, mentre chi per due volte è stato sanzionato per essersi seduto su un seggiolino diverso dal suo posto assegnato non lo può avere.

Da un punto di vista meno giuridico, ma non troppo, si ritiene assurdo che in Italia si cerchi di NON fare andare la gente allo stadio piuttosto che fare il contrario.

L’incredibile limitazione disposta dal CASMS per Roma/Fiorentina di Supercoppa Primavera – partita assolutamente gestibile con gli ordinari modi di contrasto – ne è solo l’ultimo esempio: per la Primavera non vige il programma “tessera del tifoso” ma il CASMS lo ha inteso applicare lo stesso e, conseguentemente, una buona parte dei tifosi che sarebbero andati al match, per protesta, non ci sono andati.

Il protocollo siglato il 21 giugno 2011 tra l’Osservatorio e le varie leghe calcio, lo si ripete, non si basa su una norma di legge e darà vita a diversi problemi nella stagione in corso, visto che – è opinione di chi scrive – una società di calcio non può discriminare territorialmente i tifosi, stabilendo che solo alcuni possono farlo e altri no, visto che è ancora vigente l’articolo 3 della Costituzione che vieta discriminazioni di qualsiasi tipo: se il Prefetto ritiene – a torto o a ragione – che una partita è ad altissimo rischio, allora possono essere poste limitazioni alla vendita dei biglietti, ma se non vi è alcun rischio non si comprende davvero per quale ragione un tifoso non tesserato non possa andare liberamente allo stadio, in qualunque settore, protocollo o non protocollo.

I dati della stagione 2010/11 anno hanno dimostrato che sia gli abbonamenti che i tifosi sono diminuiti: il progetto di riempire gli stadi è quindi fallito e la colpa – tra le varie componenti – è ANCHE della tessera del tifoso, totalmente inutile e detestata da una buona parte di coloro che vanno allo stadio, tenuto conto, per finire, che la diminuzione dei disordini negli stadi è un trend già in positivo da diversi anni e che è assolutamente evidente come l’assenza quasi totale dei tifosi ospiti non possa che far diminuire le criticità: del resto se nessuno uscisse di casa non vi sarebbero di certo più furti o rapine, ma non potremmo certo dire di vivere in uno Stato libero.

In conclusione: chi ha l’abbonamento, così come chi fa il singolo biglietto o un carnet, anche se non intende fare la tessera del tifoso, è controllato ai sensi dell’art. 9 L. 41/2007 dalla Questura.

Le ragioni di sicurezza sono quindi TUTTE soddisfatte.

Quindi non c'è alcuna ragione DI SICUREZZA per imporre con l'abbonamento anche la tessera del tifoso.

Se ci sono ragioni ECONOMICHE, semmai dovrebbe essere una libera scelta della Società e non una sorta di imposizione del Ministero dell'Interno (questo in uno Stato democratico dove chi governa non ha interessi in gioco, mentre - senza volerne fare una questione politica - abbiamo pur sempre un Presidente del Consiglio dei Ministri che nomina il ministro dell'Interno e allo stesso tempo è presidente del Milan, non senza che il suo vice Galliani sia anche consigliere di quella Lega Calcio Serie A che firma i protocolli con lo stesso Ministero dell'Interno.... peraltro - il caso vuole - il Presidente della Lega Calcio Beretta è anche il nuovo responsabile della struttura Identity and Communications di UniCredit).

A maggior ragione – è il passo ulteriore – chi ha l’abbonamento (ma anche il singolo biglietto) dovrebbe poter avere il pieno diritto di seguire la propria squadra in trasferta visto che le ragioni di sicurezza sono soddisfatte.

Se poi vi sono altre ragioni, non di sicurezza, beh, è quello che si è sostenuto sin dall’inizio.

[Fonte: Lorenzo Contucci]

Fonte: www.sportpeople.net
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Icon_minitime2011-11-18, 18:49

FEDERSUPPORTER/La Legge di Stabilità manda in soffitta la Tessera del tifoso
18.11.2011 16.49 di Marco Liguori

No alla tessera del tifoso - Pagina 6 5be3db10
© foto di Francesco Scopece/TuttoLegaPro.com
La Legge di Stabilità ha mandato in soffitta la Tessera del tifoso. E’ quanto ha rilevato Federsupporter in un suo studio (allegato in calce) dopo un attento esame del provvedimento (Legge 183/2011) approvato sabato scorso che ha modificato il “Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa” emanato nel 2000. Infatti, all’articolo 15 è stato sancito il divieto assoluto per la pubblica amministrazione e i gestori di pubblici servizi di richiedere certificazioni: la norma ha quindi imposto a quest’ultima di ricevere esclusivamente le autocertificazioni. «La tessera del tifoso è giuridicamente un certificato – sottolinea Federsupporter nel suo studio - e se essa trova la sua fonte e la sua disciplina in atti della pubblica amministrazione e se le società sportive devono ritenersi ai fini dell’emissione e del rilascio della tessera, quali gestori di un pubblico servizio, poiché emettono e rilasciano, su incarico del Ministero dell’Interno, una certificazione attestante l’assenza di motivi ostativi all’accesso ad impianti sportivi, ebbene da adesso in poi, la tessera del tifoso dovrebbe essere sostituita da autocertificazione».
Ciò costituisce una grande vittoria di Federsupporter che in occasione di un Convegno tenuto a Roma nel giugno 2010, l’Associazione aveva proposto, inascoltata, di consentire agli interessati di attestare, senza dover per forza richiedere la tessera del tifoso, di non essere soggetti a motivi ostativi all’accesso a impianti sportivi: ciò mediante dichiarazione sostitutiva (autocertificazione) prevista dal suddetto Testo Unico.
Infine, sottolinea Federsupporter, la sostituzione della Tdt con l’autocertificazione è ormai anche tecnicamente facilitata dal fatto che, ai sensi del Protocollo d’Intesa del 21 giugno 2011 tra il Ministero dell’Interno il CONI, la FIGC e le Leghe di Serie A, B e Pro, tutte le società sportive hanno l’obbligo di essere collegate all’apposito sistema informatico di verifica dei motivi ostativi (cosiddetta “questura on line”) utilizzabile da tutti gli operatori di biglietteria, i quali, pertanto, possono verificare, in tempo reale, la veridicità di quanto dichiarato nell’autocertificazione all’atto stesso di richiesta di abbonamenti o biglietti.

Roma 18 novembre 2011
L’art. 15 della Legge di stabilità n. 183 del 12 novembre 2011: la tessera del tifoso è ancora obbligatoria e necessaria per acquistare abbonamenti e biglietti?
(Avv. Massimo Rossetti – Responsabile dell’Area Giuridico-Legale)

La Legge di Stabilità n. 183 del 12 novembre 2011, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 14 novembre scorso, all’art. 15 ( Norme in materia di certificati e dichiarazioni sostitutive) apporta al DPR 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa), alcune importanti modificazioni.
Tra queste, vi è la seguente disposizione: “Le certificazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione in ordine a stati, qualità personali e fatti sono valide ed utilizzabili solo nei rapporti tra privati. Nei rapporti con gli organi della pubblica amministrazione e i gestori di pubblici servizi i certificati e gli atti di notorietà sono sempre sostituiti dalle dichiarazioni di cui agli articoli 46 e 47 ( vale a dire le autocertificazioni . ndr).”
Già in occasione di un Convegno tenuto a Roma da Federsupporter nel giugno 2010, l’Associazione aveva proposto, inascoltata, di consentire agli interessati di attestare, senza dover per forza richiedere la tessera del tifoso, di non essere soggetti a motivi ostativi all’accesso a impianti sportivi: ciò mediante dichiarazione sostitutiva (autocertificazione) prevista dal suddetto Testo Unico.
In quell’occasione era stata anche evidenziata sia la natura giuridica di certificato della tessera, ai sensi della definizione di certificato fornita dall’art. 1 del Testo Unico, sia era stato evidenziato il fatto che, ai sensi dello stesso Testo Unico, le amministrazioni pubbliche ed i gestori di pubblici servizi erano tenuti ad accettare l’autocertificazione dell’interessato attestante, tra l’altro, di non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti riguardanti l’applicazione di misure di prevenzione ( secondo la Corte di Cassazione, il Daspo è una misura amministrativa di prevenzione, sia pure atipica).
Ora la doverosità per le amministrazioni pubbliche e per i gestori di pubblici servizi di accettare autocertificazioni, già stabilita dal Testo Unico del 2000, viene trasformata dalla disposizione sopra riportata di cui all’art. 15 della recente legge n.183/2011 in un divieto assoluto per l’amministrazione e per i gestori suddetti di richiedere certificazioni, dovendosi avvalere unicamente di autocertificazioni.
In questo modo la volontà del legislatore sembra essere quella di mettere fine al vero e proprio sabotaggio surrettizio della normativa sull’autocertificazione del 2000 operato, di fatto, da molte funzioni e da molti esponenti della pubblica amministrazione e da gestori di pubblici servizi, mostratisi refrattari all’autocertificazione stessa: sia per non vedere sminuito il loro potere certificatorio sia per il timore di incorrere in una qualche, sia pure eventuale e potenziale, responsabilità.
Ma, se la tessera del tifoso è giuridicamente un certificato e se essa trova la sua fonte e la sua disciplina in atti della pubblica amministrazione e se le società sportive devono ritenersi, come ritengo, ai fini dell’emissione e del rilascio della tessera, quali gestori di un pubblico servizio, poiché emettono e rilasciano, su incarico del Ministero dell’Interno, una certificazione attestante l’assenza di motivi ostativi all’accesso ad impianti sportivi, ebbene allora, da adesso in poi, la tessera del tifoso, non solo potrebbe, bensì dovrebbe essere sostituita da autocertificazione.
D’altra parte, tale sostituzione è ormai anche tecnicamente facilitata dal fatto che, ai sensi del Protocollo d’Intesa del 21 giugno 2011 tra il Ministero dell’Interno il CONI, la FIGC e le Leghe di Serie A, B e Pro, tutte le società sportive hanno l’obbligo di essere collegate all’apposito sistema informatico di verifica dei motivi ostativi ( “questura on line”) utilizzabile da tutti gli operatori di biglietteria, i quali, pertanto, possono verificare, in tempo reale, la veridicità di quanto dichiarato nell’autocertificazione all’atto stesso di richiesta di abbonamenti o biglietti.
Quanto, poi, al fatto che le società sportive gestiscano un pubblico servizio nel rilasciare un documento che certifica l’inesistenza dei suddetti motivi ostativi, a mio avviso, non dovrebbero sussistere troppi e fondati dubbi.
Secondo la dottrina amministrativistica, infatti, per servizio pubblico deve intendersi una prestazione fornita dall’amministrazione ai privati caratterizzata dal manifestarsi attraverso atti non autoritativi come, per esempio, le certificazioni di stati, qualità personali e fatti.
Il servizio offerto e reso deve considerarsi pubblico, ancorchè svolto da un soggetto privato, dovendosi avere esclusivo riguardo alla funzione del servizio stesso, a prescindere dalla circostanza che sia un privato a svolgerlo per conferimento dell’incarico da parte di una amministrazione pubblica o anche, secondo alcune teorie, senza tale espresso conferimento.
Mi pare, dunque, di poter dire che, dopo l’entrata in vigore dell’art. 15 della legge n. 183/2011, la tessera del tifoso non possa più essere imposta come certificazione dell’assenza di motivi ostativi all’accesso agli stadi, dovendo, non più potendo, essere sostituita a questo fine da una autocertificazione, la cui veridicità, peraltro, può essere immediatamente ed agevolmente verificata mediante l’obbligatorio collegamento a “questura on line” degli operatori di biglietteria delle società.
La tessera del tifoso, perciò, potrebbe rimanere solo come una scelta, del tutto libera e facoltativa, di quei tifosi che, oltre alla certificazione dell’assenza di motivi ostativi all’accesso agli stadi, onde poter acquistare abbonamenti o biglietti, vorranno acquisire quei vantaggi commerciali o di altro tipo che ogni società già offre o vorrà offrire alla clientela più affezionata.
L’analisi da me prospettata presenta elementi di notevole e immediata rilevanza per cui Federsupporter l’ha portata , con lettera in pari data, all’attenzione dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, chiedendo un tempestivo confronto da cui è auspicabile che possano scaturire valutazioni convergenti e decisioni conseguenti, anche in considerazione dei rapporti di propositivo e costruttivo dialogo instauratisi con il suddetto Osservatorio.
Avv. Massimo Rossetti

Fonte: www.tuttomercatoweb.com
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Icon_minitime2011-12-14, 16:48

14/12/2011
COMUNICATO STAMPA

TESSERA DEL TIFOSO: IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE IL RICORSO DI CODACONS E FEDERSUPPORTER!!

LA TESSERA E' ILLEGITTIMA PER I GIUDICI DEL CDS. PUO' RAPPRESENTARE UNA PRATICA COMMERCIALE SCORRETTA

ORA DOVRA' NUOVAMENTE PRONUNCIARSI IL TAR DEL LAZIO


Il Consiglio di Stato (Sez. VI, Pres. Giancarlo Coraggio, Rel. Giulio Castriota Scanderbeg) ha accolto l'appello presentato da Codacons e Federsupporter contro la decisione del Tar del Lazio che nelle scorse settimane aveva respinto il ricorso avverso la "tessera del tifoso' presentato dalle due organizzazioni.
Codacons e Federsupporter contestavano in particolare il fatto che per ottenere la tessera e, di conseguenza, abbonamenti e biglietti, i tifosi fossero costretti ad acquisire una carta di credito ricaricabile, circostanza che rischia di condizionare le scelte economiche dei tifosi/consumatori.
Il Consiglio di Stato, accogliendo l'appello dei due enti, ha così motivato:

"l'abbinamento inscindibile (e quindi non declinabile dall'utente) tra il rilascio della tessera di tifoso (istituita per finalità di prevenzione generale in funzione di una maggiore sicurezza negli stadi) e la sottoscrizione di un contratto con un partner bancario per il rilascio di una carta di credito prepagata potrebbe condizionare indebitamente (nella misura in cui si provi che l'uso della carta non sia funzionale ad assicurare le finalità proprie della tessera del tifoso) la libertà di scelta del tifoso-utente e potrebbe pertanto assumere i tratti di una pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice del consumo; in tal senso depone il fatto che, per il tifoso, l'ottenimento della tessera appare condicio sine qua per poter essere ammesso, nelle giornate di trasferta della propria squadra, nel reparto dello stadio riservato agli ospiti, di guisa che appare verosimile che l'acquisizione di tale utilità potrebbe indurlo a compiere un'operazione commerciale (sottoscrizione della carta prepagata) che non avrebbe altrimenti compiuto'.

Sulla base di tali motivazioni, i giudici del CdS ordinano al Tar del Lazio di fissare una nuova udienza e discutere nel merito il ricorso presentato da Codacons e Federsupporter, valutando quindi la sussistenza delle illegittimità denunciate dai due enti.

Fonte: www.codacons.it



"Illegittima la tessera del tifoso"
Lo ha deciso il Consiglio di Stato, che ha bocciato l'idea dell'allora ministro Maroni.


No alla tessera del tifoso - Pagina 6 58920410

Notizia del 14 dicembre 2011 - 13:54
E' arrivata la sentenza del Consiglio di Stato: la tessera del tifoso, nelle forme in cui è ora previsto il rilascio, è illegittima.

Il massimo organo giurisdizionale amministrativo ha accolto l'appello presentato dalla stessa associazione e da Federsupporter contro una decisione del Tar del Lazio. Secondo il Consiglio di Stato, l'attuale modalità con cui è previsto il rilascio può rappresentare una pratica commerciale scorretta.

La tessera del tifoso era stata introdotta nell'agosto 2009 dall'allora ministro Maroni e, fin dalla sua istituzione, era stata oggetto di proteste da parte di numerose tifoserie.

Fonte: http://sport.libero.it
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Icon_minitime2011-12-14, 17:01

La tessera del tifoso è illegittima
Il Consiglio di Stato: «Pratica scorretta»
Codacons, appello accolto: contestata la carta di credito ricaricabile. Coni, fallisce il tavolo della pace: i conflitti restano


No alla tessera del tifoso - Pagina 6 20111210
ROMA - La tessera del tifoso, nelle forme in cui è ora previsto il rilascio, è illegittima in quanto può rappresentare una pratica commerciale scorretta. Lo indica il Consiglio di Stato - secondo quanto fa sapere il Codacons - che ha accolto l'appello presentato dalla stessa associazione e da Federsupporter contro una decisione del Tar del Lazio.

«Il Consiglio di Stato - fa sapere l'associazione - ha accolto l'appello presentato da Codacons e Federsupporter contro la decisione del Tar del Lazio che nelle scorse settimane aveva respinto il ricorso avverso la tessera del tifoso presentato dalle due organizzazioni. Codacons e Federsupporter contestavano in particolare il fatto che per ottenere la tessera e, di conseguenza, abbonamenti e biglietti, i tifosi fossero costretti ad acquisire una carta di credito ricaricabile, circostanza che rischia di condizionare le scelte economiche dei tifosi/consumatori».

Il Consiglio di Stato, prosegue il Codacons, accogliendo l'appello, ha motivato sostenendo che «l'abbinamento inscindibile (e quindi non declinabile dall'utente) tra il rilascio della tessera di tifoso e la sottoscrizione di un contratto con un partner bancario per il rilascio di una carta di credito prepagata potrebbe condizionare indebitamente la libertà di scelta del tifoso-utente e potrebbe pertanto assumere i tratti di una pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice del consumò». Sulla base di queste motivazioni, conclude l'associazione, «i giudici del Consiglio di Stato ordinano al Tar del Lazio di fissare una nuova udienza e discutere nel merito il ricorso presentato da Codacons e Federsupporter, valutando quindi la sussistenza delle illegittimità denunciate dai due enti».

«Dobbiamo approfondire i contenuti e capire se l'illegittimità è collegata ad aspetta specifici». Così il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, ha risposto circa la sentenza del Consiglio di Stato sulla tessera del tifoso. «La tessera come uso primario serve per garantire sicurezza e tutelare la fruibilità dello stadio - ha aggiunto Abete - Quanto ha questo provvedimento dobbiamo approfondirlo». Anche il presidente del Coni, Gianni Petrucci, in merito alla decisione si è limitato a dire «ne prendo atto».

«Grande rispetto, sempre, per le sentenze». È quanto premette il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, commentando la pronuncia del Consiglio di Stato sulla tessera del tifoso, a margine della firma del protocollo di intesa per la legalità con la Unioncamere. «Adesso leggeremo la decisione del Consiglio di Stato e poi daremo le nostre risposte -spiega la titolare del Viminale- vedremo presto cosa fare».

Il tavolo della pace al Coni. «Passi in avanti non ce ne sono stati: la buona volontà non è stata premiata». Così il presidente del Coni Gianni Petrucci ha confermato che il cosiddetto "tavolo della pace" per chiudere calciopoli non ha avuto esiti positivi. All'incontro erano presenti Massimo Moratti e Andrea Agnelli.

«Non voglio dire che è una sconfitta del calcio, e in ogni caso sono a posto con la coscienza». Lo ha detto il presidente del Coni Gianni Petrucci, al termine dell'incontro tra i dirigenti del calcio italiano al cosidetto 'tavolo della pacè. «Non lo considero un fallimento - ha aggiunto Petrucci commentando il nulla di fatto - ho messo cuore ed entusiasmo. Anche senza aver raggiunto un risultato proveremo a guardare avanti. Dovevamo lenire una ferita ancora aperta. È un tentativo non riuscito e basta».

«Lo sforzo non riesce a sanare ferite profonde». Lo ha detto il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete. «Speravamo in un esito diverso, il confronto è stato civile ma resta il conflitto».

«Petrucci ci aveva chiamato qui e posso dire che siamo rimasti sulle posizioni che ognuno aveva». Il presidente onorario della Fiorentina, Diego Della Valle, sintetizza così l'esito del tavolo della pace convocato dal presidente del Coni Petrucci per riportare il sereno nel mondo del calcio. L'incontro è durato 4 ore e mezzo. «Noi siamo disponibili a discutere di tutto», ha aggiunto Della Valle.

«Noi volevamo sapere perchè eravamo finiti in calciopoli - ha aggiunto Della Valle - per noi la questione si chiude quando ci verranno riconosciute le nostre ragioni». Quanto all'incontro a cui hanno preso parte il presidente dell'Inter Massimo Moratti, della Juve, Andrea Agnelli, e del Napoli, Aurelio De Laurentis, l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani secondo Della Valle ha detto «Petrucci ci ha chiamato, è stato un incontro civile da parte di tutti ma ognuno è rimasto sulle sue posizioni».

Fonte: www.ilmessaggero.it
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Icon_minitime2012-02-21, 19:15

La fine ingloriosa della tessera "illegale"
2012-02-21 12:04:00 di Antonio Boellis

No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Tesser10
Preparate la bara, la tessera del tifoso ha i giorni contati. Dopo meno di due anni dalla sua introduzione, infatti, è giunta al capolinea, grazie anche alle battaglie insistenti di avvocati, ultras, associazione di consumatori e pochissimi giornalisti.

Battaglie che lentamente hanno sgretolato le convinzioni dell’ex ministro degli Interni Roberto Maroni, il padre della tessera del tifoso. Il padre di una legge incostituzionale, lesiva di diritti fondamentali del cittadino come la libera circolazione sul territorio nazional, come più volte abbiamo ribadito su queste pagine (e non solo). Il padre di un provvedimento che ha svuotato e imbruttito ulteriormente gli stadi.
Certo, gli incidenti e gli scontri tra tifoserie sono diminuiti sensibilmente e questo è un punto a favore di Maroni. Ma è l’unico risultato positivo. Per il resto è stato un impoverimento progressivo, una schedatura nascosta dei tifosi “cattivi” e non, uno strumento “originale” per fornire dati alle banche italiane. Fino a pochi giorni fa quando Roberto Sgalla, neo presidente dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, ha deciso di fare un passo indietro e non tanto perché è un illuminato, quanto per i risultati deprimenti e distruttivi della tessera del tifoso. «La tessera del tifoso dovrà evolversi in uno strumento che sia sempre più di fidelizzazione. La possibilità di abbinare benefit alla tessera potrà far tornare la gente allo stadio». Fin qui nessuna novità, anche perché potrebbe trattarsi dell’ennesimo trabocchetto.
In realtà le due vere novità di questi giorni arrivano dall’apertura dell’attuale ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, alla modifica dell’articolo 9 della legge Amato: la legge che vieta l’acquisto di biglietti e la sottoscrizioni della tessera del tifoso a chi abbia ricevuto una condanna per i cosiddetti reati da stadio.
L’altra novità è la possibilità di acquistare fino a cinque biglietti per le gare interne e due per le gare fuori casa. Il tutto senza essere in possesso della famigerata tessera. E’ la fine di un’era assurda.

Fonte: www.sportparma.com
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Icon_minitime2012-03-13, 11:02

Addio alla tessera del tifoso
Arriva la "fidelity card"


Sparisce la carta, obbligatoria dal 2010-2011, che secondo il Viminale "ha dato grandi risultati" ma che è stata sempre contestata dai gruppi organizzati dei tifosi. Al suo posto una 'card' "meno di controllo e con più servizi". Critico l'ex ministro Maroni: "Vittoria degli ultras e dei violenti"di FULVIO BIANCHI

ROMA - Addio alla tessera del tifoso: lo ha annunciato il direttore generale della Figc, Antonello Valentini. La tessera, secondo il Viminale, ''ha dato grandi risultati'' nelle due stagioni in cui è stata adottata. Ma adesso sarà trasformata in una fidelity card. Come da noi annunciato (vedi Spy Calcio del 23 gennaio) e auspicato adesso il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, che ha preso il posto di Roberto Maroni, ha deciso, saggiamente, che bisogna venire incontro ai tifosi e non rendere loro la vita difficile, come successo a volte (troppe volte) in passato. Sì, perché era diventata, in qualche situazione, davvero una tessera di polizia, una schedatura supplementare (tanto coi biglietti nominativi si è già schedati...), o una tessera business che agevolava solo le banche. E i club, molti club, non avevano capito che dovevano venire incontro ai loro tifosi, come fanno Barcellona o Manchester United, e non creare loro problemi coi biglietti o, peggio, con le trasferte. Ora, finalmente si volta pagina: dal prossimo anno arriva una vera e propria fidelity card. ''Sarà - ha spiegato Valentini - meno di controllo e più legata alla responsabilità dei tifosi e dei club, con procedure snellite e molti servizi per chi se ne dota".

Secondo il Viminale, si tratta di una "evoluzione" della tessera del tifoso che, lo ricordiamo, è stata sottoscritta da molti sostenitori (oltre un milione) solo perché obbligatoria per abbonarsi e/o per andare in trasferta. Ma ne avrebbero fatto volentieri a meno. Il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha però spiegato che "la tessera del tifoso manterrà inalterate le sue caratteristiche fondamentali già evidenziatesi negli ultimi due campionati, a cominciare dalla necessità del suo possesso per le trasferte e gli abbonamenti, sia per questo che per il prossimo campionato di calcio". Manganelli ha aggiunto che "il fatto che la tessera del tifoso tenda ad accentuare la sua caratteristica di fidelizzazione del tifoso con la squadra del cuore non è una novità", ma "la logica evoluzione di uno strumento che ha da sempre anche come propria caratteristica, quella di voler rafforzare il rapporto tra i tifosi ed il club di appartenenza".

Molto critica la prima reazione dell'ex ministro Maroni, che ha scritto sulla sua pagina Facebook: "Brutta notizia per i tifosi che vanno allo stadio solo per divertirsi e non per menare le mani. Hanno vinto le tifoserie ultras e violente, hanno vinto quelle società di calcio come la Roma (di cui è tifosissima la ministra Cancellieri) che mai avevano accettato le regole".

Immediata la replica dell'ad giallorosso, Claudio Fenucci: "Non una conquista della Roma, ma una scelta ragionevole. La fidelity card va incontro alle esigenze delle società, e anche a quelle dei tifosi. Noi i precursori? No, ma già a inizio stagione avevamo presentato un progetto nuovo che presentava tutti i requisiti di conformità alle normative. E questa apertura concessa dal Viminale va nella giusta direzione, dando alle società la possibilità di attuare iniziative di fidelizzazione nei confronti della tifoseria nell'ambito di linee guida specifiche".

''La tessera del tifoso ha dato risultati straordinari - commenta il vicecapo dell'Osservatorio, Roberto Massucci - e continuerà ad essere necessaria per andare in trasferta. Ora però spetterà ai club valorizzare la funzione di fidelity card con sconti, agevolazioni e tutto ciò che riterranno necessario per aumentare il senso di appartenenza''. In questo senso va il permesso concesso alla Roma per il carnet di biglietti a prezzo scontato per il possessore di tessera che si fa garante per i suoi amici (e ottiene uno sconto sul prezzo d'acquisto). Ma le procedure per la futura ''fidelity card'' verranno di molto snellite, come conferma la Figc. ''Dopo due anni di grandi risultati - aggiunge Valentini - l'Osservatorio si è reso conto che si poteva dare fiducia alle tifoserie che hanno dimostrato di meritarselo, per fare appello al senso di responsabilità degli appassionati in maniera sana. Tra l'altro, si supera così l'effetto ingiustamente negativo del messaggio passato all'avvio dell'iniziativa: ovvero di un meccanismo di operazione di polizia. Non erano queste le intenzioni del Viminale, ma così vennero recepite da molti. Dopo avere lavorato a lungo con il capo della polizia, Antonio Manganelli, abbiamo il riscontro dell'Osservatorio: l'evoluzione ci porta verso un modello simile alla card ''Vivo azzurro'' per i tifosi della Nazionale. Occorre responsabilizzare e fidelizzare i tifosi, magari incentivando il senso di appartenenza''.

La Lega Pro è già pronta alla novità, che ha concordato col Viminale, e vuole anche abbattere le barriere di due stadi. Sarà possibile ottenere la fidelity card in un mese, e potrà essere utilizzata in tutti gli stadi. Le altre Leghe si adegueranno : speriamo in bene, forse inizia davvero una nuova era. Se vogliamo emarginare i violenti da stadi, i sistemi ci sono: ma addio, alla tessera del tifoso.

Fonte: www.repubblica.it
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 6 Icon_minitime2012-03-13, 11:04

Addio tessera del tifoso, negli stadi arriva la “fidelity card”

Addio alla famigerata Tessera del Tifoso. Sparisce il contestatissimo strumento di prevenzione e controllo voluto dall’allora ministro dell’Interno Maroni nell’agosto del 2009 ed entrato in vigore nella stagione 2010-2011. Dopo soli due anni, dalla stagione 2012-2013, la tessera sarà sostituita da una vera e propria ‘fidelity card’. La nuova tessera “sarà meno di controllo e più legata alla responsabilità dei tifosi e dei club, con procedure snellite e molti servizi per chi se ne dota”, dice Antonello Valentini, direttore generale della Figc. Mentre il capo della polizia, Antonio Manganelli, spiega che “manterrà inalterate le sue caratteristiche fondamentali già evidenziate negli ultimi due campionati, a cominciare dalla necessità del suo possesso per le trasferte e gli abbonamenti”.

Fra i punti in discontinuità con la precedente tessera invece il fatto che non ci possa essere alcun collegamento bancario, in altre parole il motivo per cui la vecchia tessera è stata considerata illegittima dal Consiglio di Stato. E poi il principio della circolarità della carta, che varrà in tutti gli stadi italiani; la possibilità di utilizzo anche per l’acquisto di biglietti per altre persone e la possibilità di cessione a terzi. Inoltre, è allo studio anche l’abolizione del divieto di vendita dei tagliandi per il settore ospiti il giorno stesso della gara ai botteghini dello stadio.

Nonostante dal Viminale facciano sapere che “ha dato grandi risultati”, in realtà la vecchia Tessera del Tifoso per come era strutturata non poteva sopravvivere. Rilasciata dalle società sportive solamente ai loro abbonati e previo nulla osta della questura competente (che comunicava l’eventuale presenza di motivi ostativi, come un Daspo in corso o condanne, anche in primo grado, per reati da stadio negli ultimi 5 anni), la tessera era l’unico modo per seguire la partita in trasferta nel settore ospiti, ma non solo. Chi ne era in possesso infatti, “poteva” usufruire di determinati benefici di natura commerciale stabiliti dal club di appartenenza, oltre a convenzioni a livello nazionale con società private come Ferrovie dello Stato e Autogrill. E questo è il punto.

Presentata come un sistema di prevenzione e controllo della violenza negli stadi, in realtà la vecchia tessera si è rivelata essere una vera e propria carta commerciale imposta. Rilasciata solo ai titolari di carte di credito, la tessera conteneva un microchip di tecnologia RFID, attraverso il quale appositi macchinari sono in grado di rilevarne i dati a distanza. Contrariamente al parere espresso dal Garante della Privacy poi, sulla vecchia Tessera del Tifoso era obbligatoria la fototessera. Oltre a ciò, al tifoso non era permessa libertà di scelta, perché per seguire la sua squadra era costretto a “compiere un’operazione commerciale che non avrebbe altrimenti compiuto”. Come spiega nelle motivazioni del suo pronunciamento il Consiglio di Stato, che a dicembre ha stabilito l’illegittimità della tessera.

“Brutta notizia per i tifosi che vanno allo stadio solo per divertirsi e non per menare le mani. Hanno vinto le tifoserie ultras e violente, hanno vinto quelle società di calcio come la Roma (di cui è tifosissima la ministra Cancellieri) che mai avevano accettato le regole”. Così scrive l’ex ministro Maroni sulla sua pagina facebook cercando la polemica politica. Quando è stato ampiamente dimostrato che il rilascio di questa famigerata tessera non solo non ha contrastato la violenza (i tifosi in trasferta, non potendo entrare nel settore ospiti, si infilavano nelle altre zone causando ulteriori problemi), ma aveva solo finalità commerciali. Più realistico il commento del vicecapo dell’Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive, Roberto Massucci: “La tessera del tifoso ha dato risultati straordinari (…) ora però spetterà ai club valorizzare la funzione di fidelity card con sconti, agevolazioni e tutto ciò che riterranno necessario per aumentare il senso di appartenenza”. E così la nuova tessera in vigore dall’anno prossimo, anche nel nome di ‘fidelity card’ si presenta per quello che è: non un argine alla violenza ma una carta commerciale a punti, tipo quella dei supermercati.

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
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