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Autore | Messaggio |
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Totò22 MODERATOR
Numero di messaggi : 4281 Località : San Cataldo Data d'iscrizione : 29.12.07
| Titolo: Re: NOTIZIE ULTRAS 2009-10-07, 17:21 | |
| ... malumori della tessera del tifoso ... 06/10/2009 Tre foto, una fotocopia del documento d’identità, una fotocopia del codice fiscale, la compilazione di un piccolo modulo, in alcuni casi un contributo di €10 e il benestare della Questura. Con questi pochi passi sarà possibile ottenere dal prossimo 1° gennaio 2010 la tanto decantata “tessera del tifoso”. Secondo il Ministro Maroni la tessera del tifoso sarà “uno strumento di fidelizzazione” società-tifosi, previa verifica da parte della Questura, attraverso una procedura standard diramata a livello nazionale con apposita Direttiva Ministeriale. Il progetto lanciato dall'Osservatorio si pone l’obiettivo di creare la categoria dei c.d. tifosi “ufficiali”, previo nulla osta della Questura competente alle rispettive società. Sempre secondo il Ministro questa tessera darà diritto a vari benefici tra cui l’agevolazione per l’acquisto di tagliandi per eventuali restrizioni su un determinato incontro di calcio e ad innumerevoli guadagni in campo di sicurezza, perché costituirebbe una categoria di spettatori appunto “ufficiali”. Di fatto, però, verrebbero costituiti spettatori di serie A e spettatori di serie B, trasformando volontariamente il gioco più bello del mondo in uno sport non più popolare ma sempre più borghese e globalizzato. Dal 1° Gennaio 2010 sarà obbligatoria per chiunque vorrà andare in trasferta e seguire la propria squadra nel settore ospiti, più avanti, sicuramente, sarà obbligatoria anche nelle partite casalinghe a discapito, soprattutto, delle famiglie che saltuariamente vorranno andare allo stadio. Ad ogni modo, negli ultimi anni abbiamo constatato che se è vero che abitiamo in una Repubblica democratica è altrettanto vero che il fenomeno Ultras fa legge a se. Appare ormai anacronistico, infatti, dilungarsi in un analisi tecnico-giuridica sui diversi profili di incostituzionalità delle norme emanate con i recenti decreti antiviolenza, in relazione alla libertà di espressione, di movimento sul territorio nazionale, alla violazione della privacy e alla concreta limitazione del diritto di difesa nei relativi procedimenti giudiziari e amministrativi. Oggi, però, da quando il Ministro ha ufficializzato la data di introduzione di tale card si è scatenato un nuovo ed acceso dibattito polemico, non solo all’interno del mondo ultras italiano, ma anche tra numerosi giuristi ed intellettuali, spesso attenti alle tematiche sociologiche, nonché a tutte quelle iniziative legislative che coinvolgono alcuni dei fondamentali diritti civili, spesso messi a repentaglio da iniziative legislative frettolose, tese più ad ottenere consensi elettorali, che ad una reale risoluzione di piaghe, quali la violenza nel calcio. L’idea di Anthony Weatherill, imprenditore anglo-italiano, che decise di presentare il suo ambizioso progetto alle Istituzioni italiane ed alla Figc agli inizi del terzo millennio appariva forse troppo utopistica per il nostro Governo, ma è bastata scipparla e poi stravolgerla, per creare qualcosa che oggi potesse contribuire a far crescere i dati pubblicizzati ogni fine anno dalla Questura, inneggianti una visibile riduzione del numero dei feriti tra forze dell’ordine e i tifosi in occasioni di manifestazioni sportive. Povero Weatherill!! Lui pensava, invece, di ridare slancio a quel calcio malato di casa nostra ponendo al centro dell’attenzione proprio i tifosi in una sorta di valorizzazione che avrebbe contribuito altresì a risolvere in parte la violenza nel calcio. Recentemente, intervistato dalla stampa nazionale è apparso amareggiato ed ha ribadito il concetto che “questa così come è stata presentata alla nazione non è la tessera del tifoso ma quella del Viminale, nel senso che da un lato le società sportive regolarizzano il loro rapporto con i clienti/tifosi, ma dall’altro occorre il nullaosta della Questura per poterla ottenere”, proprio come avviene per poter conseguire il porto d’armi. L’acceso dibattito è infatti rivolto ai criteri con i quali verrà distribuita la tessera, la cui emissione o vendita sarà bandita per qualsiasi persona sottoposta al c.d. DASPO o che è stata condannata, anche con sentenza non definitiva per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive, con la conseguenza che se un cittadino ha in passato sbagliato, per una bravata da ragazzo, poi per tutta la vita non potrà più accedere in uno stadio italiano. Apparentemente, la Lega Calcio ed il Viminale hanno affermato, pubblicamente, che non potranno usufruire della tessera soltanto coloro i quali hanno una diffida in corso o chi ha avuto una condanna negli ultimi cinque anni, ma di fatto tali affermazioni demagogiche non corrispondono a verità, infatti, l’art. 9 della L. 401/89 è abbastanza chiaro: non si può essere stati condannati, anche con sentenza definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive, senza alcun riferimento agli ultimi 5 anni. Oltretutto, un cittadino non potrà, ugualmente, accedere negli impianti sportivi anche nel caso in cui alla fine di un procedimento penale venga prosciolto. Dunque, da garantisti quali siamo, ci sovviene spontanea una domanda: ..il principio ben inciso nella nostra carta costituzionale della rieducazione della pena e della risocializzazione del cittadino, che fine ha fatto..? In ultimo, ma non per importanza, c’è un altro aspetto da analizzare, la tessera del tifoso mette, obbligatoriamente, i dati di chi la richiede a disposizione di un ente terzo, un ente che, è chiaro, non ha nulla a che fare con il calcio e che pertanto potrebbe liberamente utilizzarli per altri fini, quali, ad esempio, il marketing o le promozioni più variegate. Eppure, nel resto d’Europa esistono già da diversi anni le tessere del tifoso, senza che le stesse abbiano creato malumori. La differenza è che tali tessere sulla base dell’ideazione di Weatherill non sono gestite dallo Stato, le società , infatti, come in Inghilterra sono padrone degli stadi e quindi decidono loro chi affiliare o meno, senza alcun nulla osta da parte delle Autorità di Polizia. Le membership cards sono gestite dalla proprietà, sono a pagamento ed hanno sostituito il pubblico da popolare a ceto benestante, in sintonia con quel meccanismo “turbocapitalista”, che gli ultras locali hanno deciso di accettare. E’ evidente insomma che l’introduzione di questo nuovo strumento di “catalogazione” dei tifosi, più che rispondere ad una reale fidelizzazione tra le società sportive ed i loro supporters, mira sempre più a reprimere quella forza aggregativa popolare che una volta contribuiva a rendere ancor più bello quello sport chiamato calcio!!
Avv. Andrea SPAGNOLO | |
| | | Totò22 MODERATOR
Numero di messaggi : 4281 Località : San Cataldo Data d'iscrizione : 29.12.07
| Titolo: Re: NOTIZIE ULTRAS 2009-10-07, 17:27 | |
| Calcio: Casms chiude settore ospiti per Udinese-Atalanta
Il Casms, Comitato per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive, ha definito "ad alto rischio" l'incontro Udinese-Atalanta, valido per il campionato di serie A e in programma il 18 ottobre: la partita, pertanto, non sara' visibile alla tifoseria ospite e il settore tradizionalmente ad essa adibito verra' riutilizzato per altre categorie di spettatori (faimglie, ragazzi delle scuole, associazioni di anziani, ecc.). Analogo provvedimento e' stato preso per Acicatena Messina (serie D, 11/10), Foggia-Taranto e Arezzo Paganese (1/a divisione B del 18/10), Villasimius-Torres (eccellenza del 18/10), Due Torri-Acireale (dilettanti, 21/10) e Acireale-Ragusa (dilettanti, 11/10). Altre restrizioni riguardano invece le gare di serie A Catania-Cagliari, Milan-Roma e Napoli-Bologna del 18 ottobre, per le quali sara' possibile la vendita di un solo tagliando nominale per ciascun tifoso ospite. (RCD)
Fonte: http://www.gazzetta.it | |
| | | Totò22 MODERATOR
Numero di messaggi : 4281 Località : San Cataldo Data d'iscrizione : 29.12.07
| Titolo: Re: NOTIZIE ULTRAS 2009-10-09, 15:27 | |
| Daspo per 8 ultrà, «Bocia» compreso. «Diffidati» anche i 57 tifosi catanesi 9 ottobre 2009 La stangata era nell’aria ed è arrivata: 8 ultrà bergamaschi sono stati raggiunti dal Daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive, in seguito agli scontri avvenuti tra le opposte tifoserie di Atalanta e Catania lo scorso 23 settembre. Fra loro c’è anche il leader della Curva Nord, detto «Bocia», cui è stato inflitto il divieto massimo previsto dalla normativa: cinque anni lontano dagli stadi, con obbligo di presentazione alle forze dell’ordine in occasione delle partite per tre dei cinque anni. Tre degli otto Daspo hanno una durata di 4 anni con 2 anni di obbligo di firma ai carabinieri, mentre i restanti quattro hanno una durata di tre anni. La notizia è stata confermata dalla questura nel corso di una conferenza stampa, dopo che i provvedimenti erano già stati convalidati dal Gip. Agli 8 Daspo firmati dal questore se ne aggiungono altri tre: due agli altrettanti ultrà arrestati al termine degli scontri tra le tifoserie di Atalanta e Catania (deciso dal giudice) e uno al terzo ultrà arrestato insieme agli altri due, ma poi rilasciato. I Daspo sono stati firmati dal questore alla luce dei disordini di contorno alla partita Atalanta-Catania dello scorso 23 settembre. Le diffide sono già state notificate agli ultrà orobici – sarebbero tutti esponenti della Curva Nord – ma alla larga dallo stadio dovranno restare a lungo anche tutti i 57 tifosi del Catania venuti in trasferta a Bergamo. Anche per loro la questura ha fatto scattare la «diffida», che sarà consegnata ai singoli nelle prossime ore dagli agenti della questura di Catania: i Daspo in questione vanno da un minimo di 3 anni a un massinmo di 5 anni. Complessivamente, dunque, i Daspo firmati per gli scontri di Atalanta - Catania sono stati 68. Fonte: http://www.ecodibergamo.it | |
| | | Totò22 MODERATOR
Numero di messaggi : 4281 Località : San Cataldo Data d'iscrizione : 29.12.07
| Titolo: Re: NOTIZIE ULTRAS 2009-10-20, 15:43 | |
| Multa salata o chisura della curva per i fumogeni degli ultras 19/10/2009 NAPOLI - La protesta degli ultras della curva A contro la tessera del tifoso potrebbe avere delle ripercussioni negative per la prossima partita casalinga. Il Napoli si accontenterebbe di una multa, basta evitare la squalifica del San Paolo, anche solo limitata al settore dei gruppi organizzati. A questo punto della stagione, ed in un momento di difficoltà, la squadra non può perdere il sostegno della tifoseria. Per risalire la china c’è bisogno di tutto il calore possibile della gente, lo ha chiesto pure l’allenatore. Quel calore che solo Napoli ed i napoletani possono dare. Il San Paolo un fortino inespugnabile anche per squadre più blasonate. Il Napoli è atteso da un ciclo di fuoco e per uscirne a testa alta servono all’appello tutte le componenti. A partire dal “fattore campo”. Quanto successo ieri in curva A, con l’esplosione di petardi e il colore dei fumogeni, merita una riflessione. I petardi sono da condannare. Senza esitazioni. I fumogeni, il colore, le bandiere, gli striscioni di sostegno alla squadra invece no. E’ assurdo che si tenti di svuotare lo stadio con una repressione ad orologeria che alimenta ed acuisce sempre di più lo scontro. I fumogeni, insieme alle bandiere, rappresentano le tradizioni più belle del tifo organizzato; le migliori coreografie storiche sono state fatte proprio col gioco di colori ed il fumo emanato dalla “torcia”. La discussione è aperta. Sarebbe, però, assurdo squalificare il San Paolo per quanto successo durante Napoli - Bologna. Pure perché di “bombe” se ne sentono ogni domenica, in ogni stadio, in qualsiasi curva. E non succede nulla. Per non parlare dei cori razzisti e degli striscioni offensivi, di stampo leghista, contro i napoletani esposti puntualmente quando la truppa azzurra gioca soprattutto al Nord. Nessuno ne ha parlato. Non sono arrivati provvedimenti duri come la squalifica del campo o la chiusura parziale dello stadio. Di esempi ne potremmo fare centinaia. Nessuno vede, nessuno sente. Col Napoli, invece, non fanno sconti. Al primo errore, per carità sempre da condannare, scatta la squalifica. Non si tratta di vittimismo. Sono i fatti. Nudi e crudi. Un accanimento spesso ingiustificato. L’anno scorso hanno tolto al popolo azzurro le trasferte per i “non fatti” di Roma. Quest’anno, per un petardo e due fumogeni, stanno già meditando di chiudere la curva. Questa volta, però, il presidente Aurelio De Laurentiis non subirà l’ennesimo torto in silenzio. Si farà sentire, proprio come vogliono i sostenitori. E qui la tessera del tifoso, contestata pure da molti presidenti come il vulcanico Maurizio Zamparini, non c’entra nulla. Si tratta di tutelare la squadra, la città ed una tifoseria che non ha mai fatto mancare sostegno e calore, soprattutto nei momenti difficili. Una tifoseria che ha già pagato abbastanza per vicende comuni a tutte le curve del mondo. Fonte: http://www.julienews.it | |
| | | Totò22 MODERATOR
Numero di messaggi : 4281 Località : San Cataldo Data d'iscrizione : 29.12.07
| Titolo: Re: NOTIZIE ULTRAS 2009-10-26, 15:23 | |
| Comunicato Ufficiale - Cruels 1988 - Avellino 24/10/2009 CRUELS: 21 ANNI A DIFESA DEI COLORI BIANCOVERDI. OGGI FINISCE UN’ERA Avellino, 21 ottobre 2009 – Finisce la storia dell’U.S. Avellino, durata 97 anni, e un altro gruppo storico del tifo Irpino, i CRUELS,si scioglie. Di conseguenza, non verrà più esposto lo striscione, e qualsiasi altro simbolo relativo al gruppo. I CRUELS nati nel 1988 grazie alla passione di amici e tifosi dell’ U.S. AVELLINO 1912 che avevano come unico amore la maglia bianco-verde. “Sono trascorsi 21 anni dalla nostra fondazione. Per qualcuno sono stati anni lunghi, per altri brevi; noi diciamo soltanto che sono stati intensi e pieni di indelebili emozioni: gioie e dolori condivise con chi ama il Lupo e la città di Avellino. Con la scomparsa della squadra storica della città di Avellino riteniamo giusto concludere le nostre attività in curva e il nostro percorso, intrapreso 21 anni fa e consolidato con l’attiva partecipazione avuta nel movimento nazionale Ultras. Le nostre 6 lettere non hanno motivo di esistere: il nostro più grande amore, l’Unione Sportiva Avellino 1912, è scomparso. Che ne sarà delle domeniche passate su quei gradoni della Curva Sud a cantare e a tifare per il nostro Avellino, che ne sarà delle giornate passate ad organizzare trasferte e coreografie, che ne sarà dell’odore della vernice degli striscioni, che ne sarà di quelle domeniche “bestiali” passate allo stadio con gli amici di sempre, che ne sarà di quella bandiera verde chiaro e verde scuro sempre pronta a sventolare… Ci sembra doveroso ringraziare chi ha fatto parte del gruppo in questi 21 anni di storia contribuendo a far conoscere i CRUELS 1988 in tutti gli stadi d’Italia dove il LUPO ha giocato. Siamo convinti che chi è stato CRUELS, anche per un solo giorno, e ha condiviso progetti, valori e ideali: “ESSERE NON APPARIRE”, lo resterà per tutta la vita. E’ stata un’esperienza bellissima, indimenticabile, tutti indistintamente hanno contribuito a rendere i CRUELS un gruppo apprezzato e rispettato in tutta Italia. Un ringraziamento particolare va ai gruppi ultras della Curva Sud Avellino con cui abbiamo condiviso, progetti, trasferte, amori e dolori. Un saluto speciale alle Crudeli, le donne del nostro gruppo, che ci hanno accompagnato e supportato in questo lungo “viaggio”…Mancherà a tutti quel tocco di rosa nella Curva Sud. …21 anni vissuti A TESTA ALTA, 21 ANNI A DIFESA DEI NOSTRI COLORI, DELLA NOSTRA CITTA' E DELLE NOSTRE AMATE SEI LETTERE, 21 ANNI DI AMORE, UN AMORE PAGATO A CARO PREZZO... DESTINO CRUDELE!!! Fonte: http://www.avellinofans.it SE NE VA PER DAVVERO UN PEZZO DI STORIA ULTRAS NAZIONALE. | |
| | | Totò22 MODERATOR
Numero di messaggi : 4281 Località : San Cataldo Data d'iscrizione : 29.12.07
| Titolo: Re: NOTIZIE ULTRAS 2009-10-28, 14:37 | |
| Comunicato ufficiale A Sostegno di una FedeVista l’insostenibile situazione venutasi a creare intorno al movimento ultras italiano; Visto soprattutto l’estremo accanimento nei confronti della tifoseria catanese che ormai da due anni a questa parte è costretta a convivere con diffide “gratuite” e non solo… Viste le ultime norme restrittive con l’avvento della tessera del tifoso e dopo i noti fatti di Bergamo dove un “accurata” gestione dell’ordine pubblico è costata ben 57 diffide ai sostenitori rossazzurri. PER TALI MOTIVI Il gruppo portante della curva nord di Catania ha deciso di sospendere le proprie attività organizzative. Sia chiaro per tutti, non è uno scioglimento ma una decisione temporanea dettata dagli eventi. MAI SCESI A COMPROMESSI NOI SEMPRE E COMUNQUE… A SOSTEGNO DI UNA FEDE | |
| | | Totò22 MODERATOR
Numero di messaggi : 4281 Località : San Cataldo Data d'iscrizione : 29.12.07
| Titolo: Re: NOTIZIE ULTRAS 2009-11-20, 15:50 | |
| Dagli ultras lezioni di etica e solidarietà. Coraggioso editoriale in difesa del mondo ultrà 19/11/2009 - di osservatore ; Fonte: periodico Utility Magazine EDITORIALE Utility Magazine
Ultrà? Fa rima con solidarietà!
La maggioranza dell’opinione pubblica, del mondo politico e dei mass media si occupa del movimento ultrà soltanto in presenza di incidenti, scontri, vandalismi o partite sospese. Il silenzio più totale invece domina quando le tifoserie organizzate italiane sono protagoniste di numerose iniziative di solidarietà. La generosità degli ultras delle curve non interessa, non fa notizia, non cattura l’audience. Invece, appena avviene un minimo evento negativo riconducibile (anche molto lontanamente) alle tifoserie organizzate, si scatena un diluvio retorico di luoghi comuni, stereotipi, pregiudizi. E una parte del mondo politico sembra competere nella corsa alla proposta più repressiva e intransigente contro il popolo delle curve. Molti invocano il cosiddetto “Daspo”, il divieto di accesso alle manifestazioni sportive, comminato dalle Questure, senza un effettivo controllo giurisdizionale del Giudice per le Indagini Preliminari e quindi senza adeguate garanzie difensive per gli ultras. E, grazie ad una recente inchiesta del settimanale L’Espresso, si scopre che circa il 60% dei tifosi diffidati non ha commesso alcun reato. E’ opportuno, dunque, dare il giusto merito ai veri ultras, che contestano la mercificazione del calcio e credono nei valori autentici di uno sport d’altri tempi. Forse, le tifoserie organizzate delle curve sono scomode proprio perché non si adeguano alle logiche della convenienza, dell’opportunismo e della convenienza. Pertanto, non possiamo dimenticare la recente mobilitazione degli ultras di mezza Italia al fianco delle popolazioni abruzzesi colpite dal devastante terremoto di aprile. Dal Nord al Sud, dal Centro alle Isole, molte tifoserie italiane hanno raccolto fondi per L’Aquila, sono accorse in Abruzzo a distribuire i generi di prima necessità ed hanno persino contribuito al restauro di alcuni monumenti. I supporters siciliani non hanno lesinato la loro consueta generosità. Gli ultras di Catania hanno raccolto fondi ed hanno rinunciato ad una trasferta (destinando la somma alle popolazioni terremotate). La curva nord di Palermo, invece, ha invitato tutti i tifosi rosanero a spedire il maggior numero possibile di “sms di solidarietà” destinati all’Abruzzo. Tali nobili iniziative non sono una novità per gli ultras palermitani: negli anni Novanta, infatti, grazie ad un’idea delle “Brigate rosanero” (in collaborazione con le “Brigate rossonere” e i “Commandos Tigre” di Milano) molte tifoserie italiane si sono mobilitate per sostenere il Telefono Azzurro (la struttura fondata da Ernesto Caffo per la tutela dell’infanzia). Ma la “gara della solidarietà” contagia anche gli altri gruppi organizzati palermitani: dai Warriors Ultras (in prima linea nelle raccolte di fondi per il piccolo Giuseppe Bilello, gravemente malato) al Borgo Vecchio Sisma (i cui appartenenti aiutano il parroco di Santa Lucia, don Gioacchino Ragona, per il doposcuola e per le iniziative sociali nei confronti dei bambini del quartiere). | |
| | | Totò22 MODERATOR
Numero di messaggi : 4281 Località : San Cataldo Data d'iscrizione : 29.12.07
| Titolo: Re: NOTIZIE ULTRAS 2009-11-28, 14:39 | |
| di Giuseppe Lo Bianco e Piero Messina
Continua ad aumentare il numero di tifosi colpiti da Daspo. Ma i provvedimenti di diffida non scoraggiano incidenti e tensioni. Fuori e dentro i campi. E si radicalizza lo scontro con la polizia....
4 mila reclute. Solo nell'ultima stagione il numero di diffidati è aumentato di 1.787 unità, portando l'armata dei Daspo a contare oltre 4 mila reclute. Perché quello scorso è stato un campionanto solo apparentemente più tranquillo. Ci sono stati due morti violente, quelle di Gabriele Sandri e Matteo Bagnaresi, legate al calcio. E un bilancio di feriti migliore rispetto al passato, ma che comunque elenca 200 nomi tra agenti e carabinieri e 161 tra i tifosi.
Anche quest'anno però, insieme alle circolari rituali delle prefetture che invitano a tenere il fenomeno ultras "nella massima considerazione", la sicurezza negli stadi è in larga parte affidata alla repressione, e cioè al Daspo (divieto di assistere alle manifestazioni sportive), provvedimento amministrativo emesso dalle questure che poi inoltrano il fascicolo alla magistratura per la conferma.
Senza un giudizio, e quindi senza un processo, il Daspo diviene quasi sempre operativo dopo il 'bollo'' dei magistrati, indipendentemente dall'esito dei processi per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale....
Avvocato e diffidato Marco ha scoperto a sue spese i limiti giuridici della procedura. È un avvocato penalista milanese, ha circa 30 anni, ed è il legale dei Boys interisti; ha seguito tanti casi di ragazzi finiti nelle maglie del provvedimento di diffida, del quale è stato vittima egli stesso, sfegatato tifoso nerazzurro. Era a Messina, nell'autunno del 2004, quando l'incontro venne sospeso per qualche minuto dopo che Zoro, il difensore ivoriano dei peloritani, si era fermato, protestando con l'arbitro, con i suoi compagni di squadra e con gli avversari, per i cori razzisti provenienti, disse, dalla curva interista.
Alla Digos nessuno, giocatori e accompagnatori, confermò di aver visto o sentito nulla, tranne un dirigente del club siciliano che aveva udito qualche coro da una zona precisa della curva nerazzurra. Dalle immagini delle telecamere di quel settore spuntarono i volti di Marco e di altri tre Boys nerazzurri. "Sono stato convocato in questura a Milano e ho capito che si metteva male. La diffida è arrivata dopo due mesi", racconta il legale. Il verdetto: divieto di accesso agli stadi per due anni, misura di sorveglianza parallela e, visto che si tratta di un avvocato, per lui si apre anche il procedimento disciplinare con un richiamo formale dall'Ordine forense.
È l'inizio di un incubo. Dopo sei mesi il pm avanza la richiesta di archiviazione: non c'è una sola prova a carico dei quattro ragazzi. "E neanche uno straccio di indizio", aggiunge l'avvocato 'ultras'. Ma il gip rigetta la richiesta e l'inchiesta prosegue. Si replica dopo sei mesi. È passato un anno e Marco ha già scontato metà della diffida comminata senza che la giustizia si sia pronunciata.
Il caso è tortuoso e il gip rigetta per la seconda volta la richiesta di archiviazione, nominando un perito tecnico. A lui il compito dileggere i labiali delle cassette video con le frasi razziali incriminate. Ma è un buco nell'acqua. Da quelle immagini non si evince nulla. Marco conosce le leggi e sa che per opporsi al Daspo esistono solo due strade: ricorso al Tar o Cassazione. Sceglie quella amministrativa. Dopo due anni, con la diffida scontata integralmente, il Tar gli dà ragione e l'inchiesta si chiude.
Bollato come razzista da stadio, l'avvocato si sfoga: "Bisogna avere il coraggio di ammettere che la quasi totalità dei Daspo affibbiati ai tifosi è illegittima. Anzi, diciamola tutta: è una procedura anticostituzionale. Questa repressione non fa altro che esasperare gli animi. Io ho avuto la fortuna, per la mia formazione personale e professionale, di potermi difendere. Ma se al mio posto si fosse trovato un ragazzo disoccupato?". E alla fine rimane un sospetto: "Ho la sensazione che tutto sia nato per una ritorsione nei miei confronti. Il fatto che in curva ci siano avvocati pronti a difendere gli ultras non è gradito".
Puniti e assolti. Per l'avvocato Giovanni Adami, che segue in tutta Italia i diffidati, da Udine sino a Catania, "i conti della giustizia non tornano: dopo avere scontato la diffida, quasi il 60 per cento dei tifosi viene assolto. Su questi numeri occorre una seria riflessione".
Il dibattito giuridico è aperto da anni su una "misura ingiusta, anche se il principio su cui si basa è sacrosanto: se qualcuno è pericoloso deve essere allontanato", dice Lorenzo Contucci, penalista romano che si occupa del problema: "Ma è sbagliato affidare alle autorità di polizia l'applicazione di queste misure. L'obiettivo di fondo sembra essere quello di smantellare le tifoserie organizzate. E di marchiare a vita questi ragazzi con l'obbligo di firma in questura".
Se la parola d'ordine è 'repressione', al di là dei sospetti, più o meno giustificati, sono casi come quello di Marco che contribuiscono alla nascita delvittimismo, dei miti dell'antagonismo alle divise e dell'onore ai diffidati. In un crescendo di sfida alle istituzioni che non risparmia nessuno, forse neanche chi le regole ha il compito di farle rispettare.
Come leggere, infatti, il sequestro di uno striscione beffardo, ma certamente non eversivo ('A noi ce s'è rotto il fax'), costato una proposta di diffida di tre anni con obbligo della firma per il tifoso della Roma che lo ha esposto all'Olimpico nella prima partita dopo il decreto anti-violenza. Voleva reagire con ironia alle direttive dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che vietano slogan offensivi e stabiliscono che anche il testo di un banale cartellone di sostegno alla propria squadra va comunicato in anticipo via fax alla società ospitante.
Un caso limite? Non sembra: a Pisa cinque tifosi sono entrati nel mondo dei Daspo per avere lanciato rotoli di carta igienica. La motivazione: è vietato portare allo stadio materiale 'infiammabile'. Tolleranza zero anche in questo caso.
Testuggine in curva Il risultato è che le curve si chiudono a riccio. Ogni gruppo è organizzato in maniera standard. Un prisma interdetto ai profani, al cui vertice c'è un direttivo composto da 15-20 persone a dettare le strategie: organizzare le trasferte, preparare le coreografie, studiare slogan e cori per incitare i propri idoli. Funziona così nelle grandi città come nei campetti di provincia. Il leader e il direttivo non vengono 'eletti'.
Si scelgono. Contano le battaglie sul campo, il coraggio e il fanatismo. E i Daspo. Un culto tutto giovanile, dove lo status di diffidato non è vissuto come vergogna, ma come medaglia da appuntare al petto.
da Espresso.repubblica.it | |
| | | Totò22 MODERATOR
Numero di messaggi : 4281 Località : San Cataldo Data d'iscrizione : 29.12.07
| Titolo: Re: NOTIZIE ULTRAS 2009-12-02, 15:36 | |
| TAMBURI E BANDIERE, STRISCIONI NO FAX
La “tessera del tifoso” slitta a settembre 2010. Torneranno negli stadi, invece, tamburi, striscioni e coreografie senza bisogno di fax preventivi: il materiale verrà controllato all’ingresso. La decisione è stata presa dall’Osservatorio dopo l’incontro con i vertici della Adcs (associazione difesa consumatori sportivi). Alla base del rinvio della discussa legge sull’ordine negli stadi varata dal governo ci sono alcune proposte di revisione relative al comma 9 che impone il divieto di sottoscrizione a chiunque sia stato sottoposto a Daspo o diffida, anche se ha già scontato la pena. Le novità sono state illustrate nel Convegno per dibattere sull’introduzione della Tessera del Tifoso organizzato a Roma dall’Associazione Difesa Consumatori Sportivi. Fonte: http://www.ultrasblog.biz | |
| | | Totò22 MODERATOR
Numero di messaggi : 4281 Località : San Cataldo Data d'iscrizione : 29.12.07
| Titolo: Re: NOTIZIE ULTRAS 2009-12-16, 18:40 | |
| Attacchi a caserme dopo morte Sandri: 18 condanne,una a 10 anni
ROMA (Reuters) - Diciotto condanne, fra le quali una a dieci anni e sei mesi di carcere, e due assoluzioni sono state comminate oggi dal tribunale di Roma nell'ambito del processo agli autori degli attacchi ad alcune caserme seguiti all'uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri, nel novembre del 2007, per mano di un agente di polizia.
Lo riferiscono fonti giudiziarie.
Dopo oltre nove ore di camera di consiglio, la settima sezione penale del tribunale capitolino, presieduta da Alfonso Petrella, ha comminato in totale 104 anni di carcere, con condanne che vanno dai 10 anni ai sei mesi, a vario titolo per associazione a delinquere, danneggiamento, devastazione, saccheggio e resistenza a pubblico ufficiale.
Sandri, tifoso laziale 26enne, morì nel novembre 2007 a causa di un colpo esploso dalla pistola dell'agente Luigi Spaccarotella per sedare una rissa tra il gruppo di amici del giovane e alcuni tifosi juventini, scoppiata in un autogrill vicino ad Arezzo, lungo la A1.
Poco dopo, a Roma, gruppi di tifosi si riversarono per le strade compiendo atti vandalici e devastazioni, incendiando e attaccando diverse caserme e un campo Rom.
Nel luglio scorso, la corte d'assise del tribunale di Arezzo ha condannato Spaccarotella a sei anni di carcere per omicidio colposo.
Fonte: http://it.reuters.com
C'è qualcosa che non torna........ 10 anni e sei mesi di carcere per associazione a delinquere contro i 6 anni per omicidio colposo! | |
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