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Titolo: Re: No alla tessera del tifoso 2010-09-17, 15:28
I DISASTRI DELLA TESSERA
Da parte dei media più importanti c’è uno strano silenzio sull’argomento. Tolleranza zero con l’avvento della tessera del tifoso? Difficile essere d’accordo, almeno stando ai primi, assurdi, episodi di cattiva organizzazione. Recarsi tranquillamente in trasferta, sprovvisti di tessera del tifoso, e posizionarsi nel settore riservato ai tifosi della squadra locale? E’ possibile ed è successo in molti stadi italiani ed è un’eventualità che comincia a creare le prime preoccupazioni, sia tra tifosi che nelle forze dell’ordine. E’ un buco nero, una falla colossale di questa direttiva ordinata dal Ministero dell’Interno in vigore da questa stagione e il “vizio di forma” è sapientemente sfruttato dai tifosi che non hanno sottoscritto la tessera del tifoso perché radicalmente contrari. Gli ultras partono per seguire la propria squadra del cuore e vengono, di solito, posizionati nei settori occupati dalla tifoseria locale (la norma che ha introdotto la tessera proibisce ai tifosi ospiti di accedere al settore a loro riservato ma non alle altre zone dello stadio). E’ successo ad Ascoli due settimane fa, quando una sessantina di tifosi modenesi ha innescato un parapiglia con tifosi ascolani e steward. L’intervista ad un un tifoso ascolano, ripresa da www.laprovinciamarche.it, è illuminante: “Dopo anni sono tornato allo stadio con i miei due figli, sia per i prezzi bassi praticati dalla società sia perchè credevo che ci si avviasse verso uno stadio più a misura di famiglia. Per questo ho sopportato pazientemente l’interminabile attesa e tutte le lungaggine per far sottoscrivere la tessera del tifoso ai miei figli di 6 e 8 anni e, poi, alla prima partita abbiamo rischiato seriamente di finire in mezzo al caos. Se questa è la situazione anche se abbiamo sottoscritto l’abbonamento non verremo più allo stadio” A Crotone, due settimane fa, è andata meglio grazie al buonsenso dei tifosi. Circa venti tifosi del Padova che non avevano sottoscritto la tessera del tifoso infatti, si sono presentati regolarmente muniti di biglietti ai tornelli della curva nord. Tifosi veneti e crotonesi si sono ritrovati gomito a gomito nella più perfetta legalità. L’imbarazzo delle forze dell’ordine davanti a questo inedita situazione è stato enorme al punto che circa un centinaio di tifosi sono stati fatti migrare dalla curva verso la tribuna (fonte ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com). Stessa storia per fortuna a lieto fine, domenica scorsa all’Olimpico di Roma, dove un gruppetto di tifosi bolognesi è stato dirottato in curva Sud, a pochi metri dal settore ospiti, ma anche dagli usuali spettatori laziali. In Varese-Empoli di una settimana fa una cinquantina di ultras toscani ha assistito alla partita dai distinti, il settore “più calmo” dei tifosi varesini, formato perlopiù da famiglie. Ma per la prossima giornata di campionato è già allerta come testimonia una lettera dell’Associazione dei Tifosi Friulani. Lo scrive sul sito del club il responsabile comunicazione degli Udinese club, Gianluca Bertozzi, secondo il quale ‘bisogna evitare contatti tra le tifoserie’: “Stiamo continuando a ricevere numerose chiamate di tifosi abbonati allo stadio Friuli, nei settori M, P ed N della curva sud, riguardo il problema già verificatosi in occasione dell’incontro casalingo dell’Udinese con il Genoa. Il timore per molti di loro è che in occasione della partita contro la Juventus, gli ultrà ospiti, notoriamente sprovvisti di tessera del tifoso, possano acquistare tagliandi di quei settori e mescolarsi alla tifoseria casalinga. Trattandosi di un incontro molto sentito è quantomeno auspicabile che i responsabili della sicurezza dell’impianto trovino delle soluzioni adeguate per evitare situazioni spiacevoli”.
fonte : http://www.calcioblog.it
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Totò22 MODERATOR
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Titolo: Re: No alla tessera del tifoso 2010-09-17, 15:32
Intervista al giornalista tratta dal sito dodicesimouomo.net, pubblicata in data 4 Settembre.
E' iniziato il campionato segnato dall'introduzione della tessera del tifoso, eppure ad oggi pochi hanno capito a cosa serva davvero. Intanto gli abbonati calano del 20%, e tra restrizioni, imposizioni, questo campionato perde interesse giorno dopo giorno. Non crediamo alla lunga gioverà nemmeno alle pay-tv, vendere un prodotto con larghi spazi vuoti sulle tribune, senza il calore delle curve non ha molto appeal. Il tuo pensiero sulla tessera e perché questo silenzio dei media se hai una risposta? Non mi piace nulla di questa tessera. Arriva come ulteriore misura rispetto a due decreti già di per sé molto penalizzanti come quello Pisanu e quello Amato, che, si deduce – se la lotta alla violenza è il vero obiettivo della tessera – qualcuno dovrebbe a questo punto dichiarare inefficaci o, peggio ancora, inutili. Altrimenti non ci sarebbe bisogno della tessera. Non mi piace l’ipocrisia di fondo dell’operazione, il fatto che sia in realtà un bancomat, che ci siano come partner Trenitalia e Autostrade, che contenga un chip in grado di monitorarci; non mi piace il ricatto che è stato fatto alle società, alle quali ricordo comunque che formalmente – ad oggi – non esiste nessuna legge che imponga la tessera, essa è solamente una disposizione “suggerita” alle società. Non mi piace che non garantisca eguali diritti a persone che hanno pagato il loro debito con la giustizia (anche perché sui dubbi giuridici di un provvedimento come il Daspo, comminato dalle forze dell’ordine anziché da un tribunale, potremmo fare un’altra intervista…). Credo a tale proposito sia l’unica tessera varata da un ministro che, a regola, non potrebbe usufruirne lui per primo, essendo stato condannato, come (non) è noto, a 4 mesi e mezzo per oltraggio e resistenza. Mi sembra che il fronte del no alla tessera sia abbastanza nutrito e ben rappresentato, strano che non abbia avuto mediaticamente molto spazio: parlo di Platini, Zamparini, Lotito, Osvaldo Bagnoli, Zeman, Palombo, Massimo Fini, un importante sindacato di polizia, addirittura la Fondazione Giovanni Paolo II… ma l’arrogantissima reprimenda cui è stato sottoposto De Rossi, per aver semplicemente espresso un’opinione, peraltro condivisibile, la dice lunga sullo stato della democrazia nel nostro paese.
Sta passando il pericoloso concetto che chi non si tessera è un violento o ha qualcosa da nascondere. Questo provoca divisioni fra gli stessi tifosi di una squadra, eppure avevamo già il biglietto nominale, quindi cosa c'è da nascondere? Sì lo so. Ma la dura verità è che chi non fa la tessera, perlopiù, è STU-FO. Io da anni, nonostante la mia rubrica sia goliardica, allo stadio sono fermato da persone esasperate, che non ne possono più, che chiedono meno controlli, misure con una logica, ma soprattutto buon senso. Ricevo decine di e-mail di protesta. E non parlo certo di ultras. La gente che si lamenta è ESATTAMENTE quella che certe misure e certa propaganda demagogica vorrebbe “riportare” allo stadio. Vorrei dire al Ministro, ai vertici federali, a Capello e adesso anche a Prandelli, che la cantilena dei “riportiamo bambini allo stadio” si scontra contro misure astruse. Ma Prandelli, i giornalisti, i politici hanno MAI provato, loro, a fare un biglietto qualsiasi per una partita qualsiasi in Italia? Sanno a quale gimkana si deve sottoporre un tifoso-medio da noi? Se io sono un padre romano e la domenica mattina decidessi di portare mio figlio allo stadio non posso farlo, perché la domenica a Roma le biglietterie sono CHIUSE. L’anno scorso per Roma-Catania c’era un il divieto di vendita di più di un ticket a testa e un signore spese 70 euro per tenere il figlio di 8 anni in braccio: dovendo acquistare 2 tagliandi il computer gli assegnava il posto del figlio 10 file più in basso. Io non ce l’ho con chi ha fatto la tessera, beninteso. E’ una questione di asticella personale. Chi ancora non si è stufato di vedere partite di lunedì e di venerdì e ora la domenica a mezzogiorno; di essere trattato solo come mucca da mungere con merchandising, biglietto e pay-tv e zero diritti; di sapere che c’è un Osservatorio che decide le misure dei tifosi senza che in questo organismo sia mai stato compreso o previsto anche solo l’ascolto di un solo tifoso; di fare incomprensibili percorsi a ostacoli per comprare biglietti, percorsi diversi tra loro da stadio a stadio e da partita a partita; dei tornelli, delle telecamere, delle fotocopie dei documenti, delle deleghe, della vendita solo per i residenti nella regione, nella provincia, nel condominio, per la vendita riservata ai presbiti o ai boy-scouts, della burocrazia irritante, del caro biglietti, delle code, degli stadi vuoti, della pubblica sicurezza che non ha un numero identificativo, dell’assenza di coreografie e tamburi e striscioni, beh, allora fanno bene a farla. E’ gente che probabilmente ancora non è stufa. Forse smetteranno quando sarà loro richiesto l’esame incrociato sangue-urine.
E' risaputo che le curve da sempre sono "laboratori" dove testare provvedimenti che poi vengono estesi alla società civile. Intanto arriva l'anagrafe dello studente. Il concetto è semplice, limitazioni di libertà in cambio di (false) sicurezze. Hai anche tu l'impressione che tutto venga accettato passivamente e con rassegnazione e che forse uno degli ultimi posti di aggregazione, con tutti i difetti che vuoi, era/erano rimaste proprio le curve? Sì inquietante. In questi ultimi 20 anni l’opinione pubblica in Italia è stata narcotizzata e non parlo solo di calcio. Ora, lentissimamente, mi pare che la gente, seppur ancora in piccolissima parte, cominci a capire, o meglio, a percepire che…. in questo paese sta diventando tutto vietato. Tutto. Guardate, il lavoro delle Forze dell’ordine è certamente complesso, duro, difficile, spesso sottopagato ma, proprio per questo, necessita di una delicatezza, di una trasparenza e di un buon senso di cui le misure che regolamentano lo svolgimento delle partite ormai non hanno più traccia. L’evento sportivo va GESTITO non vietato. L’anno scorso oltre 500 partite (tra cui anche Guidonia-Atletico Vescovio o Montichiari-Sanbonifacese) sono state fatte disputare a porte chiuse. Ma perché? Che cultura sportiva inculchi? Son capace anche io a tutelare l’ordine così. Se fai 70 euro di multa a un genoano che entra allo stadio di Firenze con lo striscione (non autorizzato) VI FAREMO A PRANDELLI hai tutelato l’ordine pubblico? Hai fatto un buon servizio a quel tifoso? Te lo sei reso amico e collaborativo? Che ricordo gli hai lasciato? Ti sei reso autorevole o semplicemente autoritario?
Il prossimo passo sarà tutti zitti e seduti, una sorta di modello inglese in stadi fatiscenti? Qua si ciancia spesso di modello inglese ma ovviamente a vanvera. Il deputato Taylor, estensore delle misure post-Heysel, impose misure dure contro gli hooligan, ma la premessa di tutto il suo disegno di legge fu: “Si smetta di trattare il tifoso come una bestia e ci si renda conto che il tifoso è parte integrante della liturgia della partita e dello spettacolo”. In Inghilterra la legge è assai dura contro chi sgarra, ma anche parimenti contro i poliziotti che sbracano e che commettono abusi sui tifosi. Altra cultura giuridica. Altra storia. Qua da noi anche in presenza di abusi abnormi non ha mai pagato nessuno. Questo ti aliena il rispetto degli ultrà. Tu Stato forte, devi avere il coraggio e il dovere di perseguire anche chi sbaglia nel rappresentarti e non solo accanirti contro chi delinque. Peraltro in Inghilterra, dopo che la prima pay-tv è FALLITA, le pay-tv attuali trasmettono solo 100 partite l’anno della Premier, non tutte e 380 come da noi in serie A. Se in televisione mi dai Milan-Inter o Fiorentina-Juve pazienza, lo stadio lo riempi uguale. Ma se mi dai anche Lecce-Bologna a 3 euro, mi domando, al giorno d’oggi, chi si muove da Bologna per andare a Lecce? Giusto gli ultrà. Se poi fai di tutto, anche con misure grottesche come la Tessera del tifoso, per togliere di mezzo gli ultrà, beh, prima che fatiscenti, gli stadi saranno sicuramente ancora più vuoti di adesso. Il discorso degli stadi obsoleti infatti è un'altra bolla mediatica sconcertante. Invece di parlare di rinnovamento della classe dirigente, di calmierare gli ingaggi dei calciatori, di fare rispettare le regole fiscali alle società, di salvaguardare i campionati minori e i vivai, si pensa agli stadi. Negli anni 80 gli stadi erano ugualmente vecchi ma erano strapieni, dalla A alla C, quando vedo filmati o foto di quegli anni mi viene da piangere.
Totò22 MODERATOR
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Titolo: Re: No alla tessera del tifoso 2010-09-17, 15:39
Tessera del Tifoso - Dichiarazioni Capo Ultras Curva Nord Catania parte 1/3
Totò22 MODERATOR
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Titolo: Re: No alla tessera del tifoso 2010-09-17, 15:40
Tessera del Tifoso - Dichiarazioni Capo Ultras Curva Nord Catania parte 2/3
Totò22 MODERATOR
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Titolo: Re: No alla tessera del tifoso 2010-09-17, 15:41
Tessera del Tifoso - Dichiarazioni Capo Ultras Curva Nord Catania parte 3/3
Totò22 MODERATOR
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Titolo: Re: No alla tessera del tifoso 2010-09-22, 14:55
Stadi sempre più vuoti, le ragioni dei tifosi
Gli stadi italiani si stanno svuotando. Salvo sporadici casi in controtendenza, i dati sull’afflusso di pubblico sono in costante peggioramento. Non è una questione di categoria, visto che il fenomeno è trasversale e non risparmia nessuno: Serie A TIM, Serie Bwin, Prima e Seconda Divisione di Lega Pro.
Assistere dal vivo a una partita dei nostri campionati è diventato uno spettacolo spesso deprimente, visti gli ampi spazi vuoti sulle tribune. Anche in televisione (pay tv o trasmissioni in chiaro non fa differenza) l’effetto mette i brividi, al punto che c’è chi inizia ad attrezzarsi con spettatori di cartapesta (Triestina docet). I raffronti con le altre realtà professionistiche europee (Inghilterra e Germania in testa) sono perdenti in partenza: ci sarebbe da sotterrarsi per la vergogna quando si analizzano i nostri piccoli numeri.
Le cause sono (più o meno) note a tutti. Visto però che quanti dovrebbero impegnarsi (a vario titolo istituzionale) per tutelare un prodotto che rappresenta pur sempre una delle maggiori risorse finanziarie del nostro paese e dà lavoro a un numero rilevante di occupati fanno finta di niente, vale forse la pena ritornarci sopra.
L’obsolescenza degli impianti, in Italia fatiscenti come pochi altri nell’Unione Europea, è il primo fattore critico. Una vera vergogna costringere gli spettatori paganti ad assistere in condizioni così disagiate a uno spettacolo, perché di questo si tratta quando si parla di una partita di calcio. La costruzione di stadi nuovi, in Italia, dovrebbe rappresentare (rappresenta) una priorità. La relativa legge è da tempo immemorabile impantanata in un Parlamento in tutt’altre faccende affaccendato. Il cammino per rendere gli stadi luoghi frequentabili da un pubblico pagante si sta facendo davvero troppo accidentato.
Acquistare un biglietto per assistere a una partita di calcio è una faccenda maledettamente complicata. Ogni città ha regole sue, ogni partita ha limitazioni insormontabili in certi casi. Casms, Osservatorio, Questure e Prefetture fanno a gara per scoraggiare i tifosi. Molti, alla fine, lasciano perdere e se ne restano a casa.
Di soldi da buttare non ce ne sono molti di questi tempi, un altro elemento che certo non gioca a favore. Le pay tv, che vendono le partite a prezzi ormai stracciati, fanno il resto. La gente sembra spinta a restarsene a casa piuttosto che a partecipare dal vivo a quello che, fino a non molto fa, era il rito della partita di calcio.
La sicurezza negli stadi è un obiettivo ancora lontano da raggiungere. Le trasferte proibite e le curve ospiti chiuse fanno perdere migliaia di tifosi e riducono i ricavi derivanti dagli incassi (già di per sé poco cospicui in Italia). Ciò mette i bilanci delle società nelle mani delle pay tv, diventate in sostanza gli ufficiali pagatori dei giocatori che scendono in campo (costretti dal calcio-spezzatino a giocare anche all’ora di pranzo).
Il colpo finale l’ha dato la Tessera del tifoso che, secondo il ministro dell’Interno Roberto Maroni, avrebbe dovuto rappresentare la panacea di tutti i mali del calcio italiano. Gli abbonamenti, in conseguenza dell’entrata in vigore obbligatoria di questa discutibile card, sono calati di circa un quarto rispetto alla stagione scorsa.
Il tempo passa inesorabile. I problemi si sommano e si incancreniscono. Gli stadi si svuotano sempre di più. Il disimpegno dei tifosi rischia di diventare irreversibile. E’ quanto si voleva in fondo ottenere? Questa è la domanda.
Sergio Mutolo
Fonte: http://www.calciopress.net
Totò22 MODERATOR
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Titolo: Re: No alla tessera del tifoso 2010-09-29, 21:50
Tessera del tifoso, grande spot commerciale E ora indaga anche il Garante della Privacy
Al vaglio dell'authority il trattamento dei dati personali, l’utilizzo della tecnologia inserita nel microchip, nonché la liceità dell’obbligo di acquisto di una carta prepagata per ottenere la tessera del tifoso.
Finalmente qualcosa si muove. Su segnalazione di alcuni cittadini e un’associazione di consumatori, il Garante per la Privacy ha aperto un’istruttoria sulla tessera del tifoso. Entro un mese è atteso l’esito. Tre i punti particolarmente controversi: il trattamento dei dati personali, l’utilizzo della tecnologia inserita nel microchip, nonché la liceità dell’obbligo di acquisto di una carta prepagata per ottenere la tessera del tifoso.
A insospettire i tifosi era stata la modulistica di richiesta. Su cui non era chiaro a chi andassero in mano i dati personali. Ma non solo. Perché, nonostante il clamore suscitato dalla sua introduzione, in pochi ancora oggi hanno capito cosa sia la tessera del tifoso. La quale è a tutti gli effetti una carta prepagata. Che può essere utilizzata per comprare biglietti e l’abbonamento allo stadio, ma anche per acquistare qualunque altra cosa, proprio come ogni altra carta. E c’è di più: essa contiene anche un microchip di tecnologia RFID, attraverso il quale particolari macchinari sono in grado di rilevarne i dati a distanza, seppur breve. E inoltre, al contrario delle normali prepagate, contiene la foto del possessore. Tutto ciò già contrastava un primo parere espresso dal Garante per la Privacy nel giugno 2010, in cui si precisavano alcuni aspetti del trattamento dei dati personali nelle linee guida del ministero.
Ufficialmente, però, la tessera del tifoso venne introdotta per curare la piaga della violenza negli stadi. Eravamo, si badi bene alle date, a metà 2009. Già allora, come riporta l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, i reati da stadio erano in considerevole diminuzione: contando solo il numero di feriti, si è passati dai 1.219 della stagione 2003-2004 ai 361 di quella 2007-2008, con un’ulteriore diminuzione del 66% nel girone d’andata dello scorso anno. Ebbene, la tessera veniva spacciata come ulteriore elemento di sicurezza e prevenzione. Da una parte la squadra forniva una tessera di fedeltà al tifoso, dall’altra la Questura controllava che sul titolare non pendessero provvedimenti ostativi (un provvedimento di Daspo o una condanna passata in primo grado per reati da stadio, sentenza che di fatto sancisce una diffida a vita a frequentare qualunque stadio). Tale misura però, sebbene meno aspra, era già in vigore dal 2005, allorché le squadre furono costrette a trasmettere i dati dei propri abbonati alla Questura.
E allora che bisogno c’era della tessera del tifoso? A far diminuire la violenza? Be’, se si prendono in esame le prime giornate di questo campionato sembra proprio di no. E c’è un perché. La circolare ministeriale 555/2009 che introdusse la tessera del tifoso, infatti, si guardò bene dal renderla obbligatoria. Non solo non lo fece per le singole società, le quali avrebbero potuto benissimo non aderire all’intero progetto. Ma nemmeno per il singolo tifoso, il quale può a tutt’oggi andare al botteghino o in banca e ottenere così il suo diritto d’accesso allo stadio. Con due uniche preclusioni: l’abbonamento per l’intera stagione e i biglietti per le trasferte nel cosiddetto “settore ospiti”, ossia quella gabbia dove i tifosi in trasferta vengono assiepati come fossero mandrie.
Cosa è successo? Semplice, che chi non ha sottoscritto la tessera del tifoso (vuoi perché, è il caso di molti ultrà, la vede come una schedatura, vuoi perché, condannato per reati da stadio, non poteva farlo) è andato ugualmente in trasferta, ha comprato un biglietto per una tribuna che non fosse quella “ospiti”, e si è seduto in un settore normalmente frequentato dai tifosi di casa. Risultato: incidenti. A Brescia, due settimane fa, il più grave, con un tifoso della provincia di Ragusa finito in ospedale (in quella partita c’erano solo 26 tifosi del Palermo nella gabbia, tutti gli altri erano nelle varie tribune). Invece il 19 settembre, a Marassi, durante Sampdoria-Napoli, l’accensione di una torcia da parte dei tifosi partenopei ed il conseguente parapiglia in tribuna (la curva ospiti era semideserta) ha costretto steward e forze dell’ordine a fare cordone nel settore distinti. Mentre a Brindisi, già alla prima di campionato di Lega Pro, sette tifosi dell’Avellino che non si trovavano nel settore ospiti si sono azzuffati con quelli di casa. Per loro potrebbe scattare il Daspo. Nel caso, anche se volessero, niente prepagata.
D’altronde non ci voleva molto a capire che lo scopo della tessera del tifoso fosse eminentemente commerciale. Non a caso, dopo il lancio pubblicitario disastroso, con i gruppi ultrà che non ne volevano sapere di sottoscriverla e quelli dell’Atalanta, era il 26 agosto, che assaltavano la festa di Alzano Lombardo dove parlava il ministro dell’Interno Bobo Maroni, molte squadre sul loro sito l’hanno camuffata con nomi accattivanti, puntando tutto sulla fidelizzazione. Come è accaduto spesso in passato, il meccanismo ha fatto leva sull’amore per il calcio degli italiani, il quale, a fronte di una diminuzione delle presenze allo stadio (quest’anno in serie A mancano all’appello già 70.000 paganti), è in grande crescita, almeno stando a una recente indagine di Demos & Pi (fonte Repubblica). Detto fatto, finora sono 655mila le tessere del tifoso sottoscritte. Come dire, un ulteriore balzello per tanti appassionati (si consideri che la prepagata finisce in mano pure ai minori di 14 anni), ma anche fa un gran favore alle banche, guarda caso il soggetto che spesso emette le fideiussioni grazie alle quali le squadre ottengono l’iscrizione ai campionati.
di Elena Filicori e Matteo Lunardini
Totò22 MODERATOR
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Titolo: Re: No alla tessera del tifoso 2010-11-09, 14:57
Famiglie allo stadio, ennesima chimera di Maroni
Pay tv, partite a mezzogiorno, Osservatorio, Casms, Tessera del tifoso. Tutto congiura per tenere la gente lontano. Pubblico in calo. Interesse che scema. Il calcio, da spettacolo popolare, rischia di diventare uno sport per vecchi ricchi e per pantofolai. Maroni dice di voler riportare le famiglie negli stadi. A queste condizioni, e con i prezzi attuali dei biglietti, non è certamente possibile.
Tempo fa il popolare scrittore inglese Nick Hornby, autore del libro cult Febbre a 90° (Fever Pitch, 1992) e grande tifoso dell’Arsenal, ha osservato che il calcio moderno è ormai uno spettacolo riservato agli adulti. Niente di più vero. Almeno in Inghilterra, ma in Italia non è molto diverso, chi va allo stadio ha oggi mediamente 43 anni. Niente di strano guardando ai costi. Quando Hornby era un ragazzo (è nato a Redhill nel 1957), il biglietto d’ingresso allo stadio costava grosso modo come quello della metropolitana.
Da profondo conoscitore del calcio e delle sue fenomenologie Hornby si domanda dove li trovano i ragazzi, oggi, tutti i soldi che occorrono per pagare i prezzi attuali. Come possono seguire dal vivo le tante partite che si giocano in una stagione. In che modo si può pretendere dunque, che tornino a innamorarsi di questo sport meraviglioso, in un mondo che offre altri mille tipi di svaghi molto più a buon mercato. La passione per il calcio invecchia, mentre il futuro è (sarebbe) nelle manidei giovani. Proprio quelli che ne restano (ne sono tenuti) fuori.
Una riflessione indicativa dei rischi incombenti su un sistema, il pianeta calcio inglese, che ha (forse) risolto il problema della violenza ma che ha poi innalzato un altro tipo di muro davanti ai tifosi. Vale a dire quello di portare i costi a quote insostenibili, specie quando la crisi incombente erode a dismisura i bilanci delle famiglie. Il rischio, che per ora l’Inghilterra non sembra correre visto che gli stadi sono sempre pieni, è quello di allontanare sempre più il pubblico dalla partecipazione attiva alle partite e spingerlo a sedersi su una poltrona. Esattamente ciò che sta accadendo in Italia, facendo spudoratamente il gioco delle televisioni pay per view. Il vero cancro di tutto il sistema.
Il fatto è che il calcio, evento popolare per eccellenza, è diventato in Italiai uno sport per vecchi ricchi e per pseudotifosi in pantofole. Come si potranno allora riconquistare i giovani, che sono l’ossigeno del mondo e dovrebbero assicurarne il futuro a tutti i livelli? Specie quando, come sempre più di frequente avviene da noi per le (censurabili) decisioni di Osservatorio, Casms, Questure e Prefetture in ordine sparso, le trasferte sono interdette al pubblico ospite? Salvo premunirsi di quella diavoleria, un obbrobrio giuridico ignoto in tutto il resto dell’Unione Europea, che è la Tessera del tifoso pervicacemente voluto dal Minsitro dell’Interno Roberto Maroni.
La magia del football si potrebbe alla fine appannare, azzerata da un calcio in bianco e nero dove mancano proprio i tifosi, elemento fondante del sistema. Quelli che tengono in piedi un giocattolo che è anche un’azienda primaria nel debole tessuto economico italiano. Altro che riportare le famiglie negli stadi. Senza un po’ di fantasia e un filo di follia, il calcio potrebbe non farcela a restare a galla.
Sergio Mutolo – www.calciopress.net
Totò22 MODERATOR
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Titolo: Re: No alla tessera del tifoso 2010-11-22, 15:10
Radio Insieme: L'intervista all' Avv. Lorenzo Contucci.
Un bilancio dei primi tre mesi dall'introduzione della Tessera del Tifoso. Sono un vero e proprio fallimento. Chi non ha fatto la tessera è colui che nella maggior parte dei casi va in trasferta e dove non ci sono limitazioni, non va nel settore ospiti, che è riservato ai possessori della tessera e ci sono problematiche con i tifosi di casa. Inoltre ricevo sempre più e-mail di tifosi che sono delusi dal fatto che non c'è nessun tipo di vantaggi, non ci sono ingressi dedicati, non ci sono agevolazioni. Il dato delle presenze allo stadio è una delle più basse percentuali di riempimento a livello europeo. Una cosa è certa , non c'è stato quell'incremento di pubblico che si auspicavano con l'introduzione della TDT, le famiglie allo stadio non si vedono.
Il ministero parla di nuovi provvedimenti nei confronti dei non tesserati che vanno in trasferta, qual'è la prossima mossa? C'è solo una mossa, vietare tutte le trasferte. Certo lo possono fare ma vanno in contrasto con le normative Uefa. E l'Uefa è inondata da mail che fanno presente l'elevato numero di limitazioni settimanali. Questo cosa significa? L'Uefa non può naturalmente intervenire sulle decisioni di uno stato ma il calcio italiano si può scordare, europei, mondiali. E se verranno a mancare questi soldi dovranno poi mollare.
Nel caso il governo dovesse cadere non sembra che ci sia l'intenzione di rivedere la TDT essendo in buona parte una decisione bipartisan, cosa aspettarsi? E' vero. E' auspicabile che si passi per un passaggio parlamentare. Un conto è una legge che passa al vaglio del parlamento, discussa, approvata. A quel punto è legge, puoi condividerla o no ma va rispettata. Un conto è una circolare fatta da un ministro.
Il TAR e Garante della Privacy a che punto sono? Il Garante della Privacy dovrebbe pronunciarsi entro fine anno massimo Gennaio. Il TAR ha tempi più lunghi. L'Avvocatura dello stato, che è l'organismo che rappresenta lo stato italiano ha telefonato e ha detto è vero in effetti sull'articolo 9 c'è un problema di costituzionalità della norma. L'Ultimo aspetto è un disegno di legge che sta andando avanti in parlamento con la corretta formulazione dell'articolo 9, inoltrato da me. Questo toglierebbe ogni problema a seguito di condanne avute in passato e che impediscono di avere la TDT.
La data di verifica della TDT è il 30 Luglio quando le parti si incontreranno per ridiscutere il tutto. Dubito che verranno ascoltate le civili proteste dei tifosi, i tifosi non vengono ascoltati come accade ovunque in Europa. E' chiaro che le società a fronte di mancati incassi da abbonamenti, biglietti a livello di lega quando si incontreranno con il ministero dell'interno, faranno presente i soldi che hanno perso. Ma se la strategia è questa ovvero entrare allo stadio solo con la tessera del tifoso, avremo stadi ancora più vuoti, perchè sono i non tesserati con i loro biglietti a tenere in vita gli stadi.
Fonte: http://www.dodicesimouomo.net
Totò22 MODERATOR
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Titolo: Re: No alla tessera del tifoso 2010-11-22, 15:12
TDT: Attesa a Dicembre la sentenza del TAR
A dicembre il Tar del Lazio si esprimerà sulla costituzionalità della Tessera mentre a gennaio 2011 ci sarà anche un pronunciamento della Corte di Strasburgo. Se queste sedi dovessero bocciare il provvedimento, sicuramente le cose non resteranno come sono. La decisione di adire preso il Tar è stata presa da gruppi di tifosi che si sono rivolti all'Aidacon (associazione di tutela dei consumatori), rappresentati dall'avvocato Carlo Claps. L'Avvocatura dello stato, che è l'organismo che rappresenta lo stato italiano ha già riconosciuto che sull'articolo 9 c'è un problema di costituzionalità della norma.