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 No alla tessera del tifoso

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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Icon_minitime2010-03-21, 12:00

Riunione sulla “tessera del tifoso”: condiviso un piano di azione in 5 punti

Roma 19/03/2010

In un “positivo clima di collaborazione” si è svolta questa mattina la riunione del tavolo di lavoro tecnico sulla “tessera del tifoso”, istituito dal Ministro dell'Interno Roberto Maroni, a seguito della richiesta del presidente della Lega Nazionale Professionisti Maurizio Beretta, per approfondire le tecnologie necessarie a garantire la massima efficacia e circolarità dello strumento.
In apertura di riunione (come specifica una nota del Ministero degli Interni) è stato ribadito ai vertici sportivi presenti - tra i quali anche il presidente Beretta e per la Figc il consigliere federale Gravina - l’immediata attuabilità del programma “Tessera del tifoso” la cui adozione, come stabilito nella direttiva del dicembre scorso del Ministro dell’Interno, sarà obbligatoria a partire dall’avvio della prossima campagna abbonamenti, per essere operativa dall’inizio del campionato 2010-2011.
In una prospettiva di rinnovata collaborazione tra le istituzioni ed il mondo dello sport, è stato, quindi, condiviso un piano di azione in 5 punti per agevolare le società sportive nell’attuazione del programma per il prossimo campionato.
Nel dettaglio:
1. Piano di comunicazione – E’ stata condivisa l’esigenza di accompagnare il percorso di adozione della tessera del tifoso da un piano di comunicazione che dovrà vedere protagoniste le società sportive finalizzato a mettere in luce tutte le positività di questo simbolo di attaccamento alla propria squadra che, in altri paesi come Spagna ed Inghilterra, ha contribuito a creare vere e proprie comunità di tifosi animati dalla passione per il proprio club.
2. Tecnologia – La tessera del tifoso, come strutturata nel programma varato dall’Osservatorio, è già pronta per essere utilizzata come strumento per acquistare i biglietti, d’identificazione all’ingresso allo stadio, di accesso alle corsie preferenziali riservate e di fruizione di tutte le agevolazioni quali sconti – accumulo punti etc – erogati da ciascun club proprietario della tessera. Nell’ambito del tavolo di lavoro sarà, comunque, presente un gruppo di esperti in tecnologie per stabilire meccanismi di dialogo tra tutte le tessere così da realizzare quella circolarità a livello nazionale che consentirà l’accesso in tutti gli stadi dotati di sistemi informatici di accesso senza acquistare il biglietto cartaceo ma semplicemente caricandolo sulla propria tessera del tifoso.
3. Requisiti di accesso al programma - In merito ai motivi ostativi è stata confermata la linea già precedentemente adottata con determinazione dell’Osservatorio ed oggetto di un provvedimento normativo in fase di esame parlamentare, che esclude dal programma solo le persone con DASPO o misura di prevenzione in vigore, nonché i condannati per i reati da stadio negli ultimi 5 anni (in questo caso il periodo di DASPO scontato è decurtato dai 5 anni).
4. Limitazione alla vendita dei biglietti – gli aderenti al programma “tessera del tifoso” saranno esclusi da eventuali prescrizioni dettate dalle Autorità di Pubblica Sicurezza in materia di divieto di trasferta o limitazione nella vendita dei tagliandi fermo restando che eventuali comportamenti non conformi determineranno l’esclusione dal programma “tessera del tifoso” su iniziativa della società stessa.
5. Dialogo con le tifoserie – in una prospettiva di apertura al dialogo con i tifosi, gli intervenuti hanno condiviso l’esigenza di esaminare in sede di Osservatorio modelli organizzativi delle società sportive che si occupino, in via esclusiva, dei propri tifosi alla stregua di veri e propri clienti verso i quali promuovere iniziative che agevolino l’accessibilità agli eventi, la fruibilità agli stadi con conseguente miglioramento delle condizioni di sicurezza.

Queste tematiche saranno oggetto di ulteriori approfondimenti nell’ambito di specifici sottogruppi tecnici che, in tempi ristrettissimi, forniranno le indicazioni di competenza.

Fonte: http://www.figc.it
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Icon_minitime2010-03-21, 12:35

Totò22 ha scritto:
Riunione sulla “tessera del tifoso”: condiviso un piano di azione in 5 punti

3. Requisiti di accesso al programma - In merito ai motivi ostativi è stata confermata la linea già precedentemente adottata con determinazione dell’Osservatorio ed oggetto di un provvedimento normativo in fase di esame parlamentare, che esclude dal programma solo le persone con DASPO o misura di prevenzione in vigore, nonché i condannati per i reati da stadio negli ultimi 5 anni (in questo caso il periodo di DASPO scontato è decurtato dai 5 anni).

Fonte: http://www.figc.it

Quindi se non capisco male loro escludono dalla tessera e quindi dalla possibiltà di entrare allo stadio un ragazzo che 2 anni fa è stato diffidato per un anno e che ha già scontato la diffida.....in pratica lo diffidano per altri 3/4 anni.....boh......
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Icon_minitime2010-03-22, 16:00

Foddri Libero ha scritto:
Totò22 ha scritto:
Riunione sulla “tessera del tifoso”: condiviso un piano di azione in 5 punti

3. Requisiti di accesso al programma - In merito ai motivi ostativi è stata confermata la linea già precedentemente adottata con determinazione dell’Osservatorio ed oggetto di un provvedimento normativo in fase di esame parlamentare, che esclude dal programma solo le persone con DASPO o misura di prevenzione in vigore, nonché i condannati per i reati da stadio negli ultimi 5 anni (in questo caso il periodo di DASPO scontato è decurtato dai 5 anni).

Fonte: http://www.figc.it

Quindi se non capisco male loro escludono dalla tessera e quindi dalla possibiltà di entrare allo stadio un ragazzo che 2 anni fa è stato diffidato per un anno e che ha già scontato la diffida.....in pratica lo diffidano per altri 3/4 anni.....boh......

Sembrerebbe proprio così.
La tessera dovrebbe tutelare e agevolare il tifoso per avere un filo logico altrimenti resterebbe solo ed esclusivamente un ulteriore forma di schedatura e un mezzo per poterci speculare sopra.
Ricordiamoci che in Italia attualmente vi sono già i biglietti nominativi e che sempre in Italia un cittadino prima di scontare una pena dovrebbe ricevere una sentenza da un giudice.
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Icon_minitime2010-04-06, 16:13

"No alla tessera del tifoso"
Parla l'avvocato degli ultrà

"E' dal '74 che ho l'abbonamento della Roma ma la prossima stagione non lo farò più: non posso, non voglio accettare la tessera del tifoso...". Chi parla non è un ultrà. Ma è un avvocato difensore di molti ultrà (non solo della Roma, ma anche della Lazio, del Livorno, eccetera). E' Lorenzo Contucci, ormai noto nell'ambiente dei tifosi. "Non è accettabile questa tessera che vuole imporre il ministro Roberto Maroni, e con altri colleghi avvocati stiamo studiando se e come ci si può opporre legalmente. Qui ci vorrà il nulla osta della questura anche per andare allo stadio, come ci vuole per un porto d'armi: mi sembra davvero una cosa eccessiva, no?". Contucci contesta la filosofia della tessera del tifoso: "Certo: si dice che è obbligatoria per chi vuole fare l'abbonamento e chi vuole andare in trasferta, e questo non è accettabile, ed è anche contro la legge attuale. I club fanno finta di niente ma dovrebbero opporsi perchè così rischiano di svuotare ancora di più gli stadi che sono già mezzi vuoti. Bisognerà firmare un modulo, portare la fotografia... No, grazie. Non se ne parla nemmeno: io l'abbonamento non lo faccio più e quando voglio andare allo stadio comprerò un biglietto. Spero che tanti tifosi facciano come me, così questa bella operazione commerciale andrà fallita. Che pensano di fare? In futuro vogliono mettere magari un microchip sotto la pelle dei tifosi? Non è accettabile". Molti tifosi della Roma sono con Contucci. C'è aria di rivolta. Anche perché i club, sinora, tacciono, o fanno finta di niente (tranne poche eccezioni). Eppure adesso si pianificano le campagne-abbonamenti. Non c'è informazione chiara, e già i tifosi sono costretti a incredibili slalom, e a volte a incredibili vessazioni, per poter comprare un biglietto. L'Uefa è stata chiara con la Figc: niente biglietti nominativi per la candidatura a Euro 2016. "Io sono stati a Bari-continua Contuci- per la partita della Roma, ed è stato uno spettacolo: oltre 12.000 persone e non è successo assolutamente niente. Bellissimo. Ma credono di risolvere tutto con la tessera del tifoso? Un Napoli-Roma o un Roma-Napoli non sarà più una partita a rischio? Per favore, siamo seri...". Non si capisce perché la Lega Calcio, con il suo presidente-manager Maurizio Beretta, non voglia fare chiarezza, e spiegare ai club (e quindi ai tifosi) come stanno le cose: il 9 aprile è prevista un'assemblea a Milano ma si parlerà soprattutto di soldi, come spartirsi fra i club di serie A i 200 milioni ed oltre legati al bacino d'utenza. Si litigherà di sicuro. Nessuno che si interessi dei tifosi, e dei loro problemi: e questa, lasciatecelo dire, è una vergogna. All'estero non è così.

Fonte: http://www.repubblica.it
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Icon_minitime2010-04-23, 14:31

ULTRASBLOG di Vincenzo Abbatantuono

NO AL FUTBOL NEGOCIO, NO AL CALCIO MODERNO, NON AU FOOTBALL MODERNE - di VINCENZO ABBATANTUONO con la collaborazione di DOMENICO MUNGO e SIMONE STARA
13 aprile 2010

COME IL CHIP DEI CANI

Avete presente quelle lunghe file alle casse dei supermercati a cui dovete sottoporvi ogni volta che andate a fare la spesa ?
No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Rfid_010
Un etichetta RFID

Forse tra qualche anno non le vedrete più. Non perchè non andrete più a fare spesa ma perchè grazie alla tecnologia RFID sarà possibile calcolare il totale di quanto acquistato senza togliere la merce dal carrello e senza dover quindi passare ogni singolo oggetto sotto al lettore di codice a barre.
http://www.comefunziona.net/arg/rfid/

LA TESSERA DEL TIFOSO UTILIZZERA' LA TECNOLOGIA RFID. L'acronimo RFID sta per Radio Frequenza Identificazione a Distanza. Le tessere che il Ministero dell'Interno vuole sono dei chip che grazie alla piattaforma telematica della Telecom saranno in grado di TRACCIARE i suoi possessori ovunque. Cosa trasmette questo chip? I nostri dati, chi siamo, e tutto quello che il Ministero in realtà voglia metterci dentro.
Benvenuti nel mondo di Maroni, dove gli ultras mettono il chip, come i cani.
Vincenzo

Fonte: http://www.ultrasblog.biz
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Icon_minitime2010-05-29, 13:59

Zamparini: "Tessera tifoso? De Rossi ha ragione"


"E' sbagliato schedare le persone, è una limitazione alla libertà"
No alla tessera del tifoso - Pagina 3 1113
La tessera del tifoso l'ha sempre catalogata sotto la voce 'limitazioni della libertà personale'. Non ha mai fatto mistero della propria posizione, Maurizio Zamparini. E, adesso che l'argomento è tornato di stretta attualità, soprattutto dopo le dichiarazioni di Daniele De Rossi dal ritiro premondiale in alta quota dell'Italia, il presidente del Palermo rincara la dose. “La tessera del tifoso è una palese limitazione della libertà. Ritengo sbagliato schedare le persone, i tifosi veri, bisogna ragionare prima di prendere certe decisioni; le istituzioni non coinvolgono persone come me che hanno 25 anni di esperienza calcistica alle spalle”.

Il Palermo ha già varato la propria tessera del tifoso, “subendola”, come tiene a precisare lo stesso Zamparini. Che non evita le polemiche ed entra nel merito della questione con brutale franchezza. “Per anni - dice - non hanno colpito i veri tifosi violenti e adesso ecco questa tessera. Va però sottolineato che tante brave persone non la faranno e di certo non si può impedir loro di recarsi allo stadio per assistere alle partite”.

Zamparini, da buon liberale (“ma non sono un rivoluzionario”, ha sempre specificato), in passato aveva già bocciato iniziative come il 'Salary Cap' e la possibile limitazione degli ingaggi ai calciatori che, a suo dire, avrebbero “favorito gli accordi poco trasparenti”, fra i procuratori ed i club. Adesso, il presidente del sodalizio rosanero è tornato sulla tessera del tifoso, ribadendo la propria posizione che poi è anche quella del Palermo. “Viviamo in uno Stato di polizia - sottolinea - la libertà è un valore lontano da noi ed è il valore più importante della nostra vita. Una cosa irrinunciabile. Guai a limitarla”.

Riguardo De Rossi, che Zamparini criticò nel 2006 dopo la sfida mondiale Italia-Stati Uniti, per la gomitata inferta ad un avversario e la relativa espulsione che lasciò gli azzurri in dieci, l'opinione del re degli ipermercati è completamente cambiata. Il giocatore della Roma ieri in conferenza stampa ha elogiato gli ultrà e criticato l'aggressione a Stefano Gugliotta, picchiato dagli agenti dopo il derby dell'Olimpico di Roma. “A me personalmente - fa notare Zamparini - De Rossi sta simpatico. Il mediano della Roma è una persona aperta ed ingenua, perché ha detto quello che pensa, sul calcio, sul tifo e sulla tessera del tifoso. Naturalmente le sue parole sono state strumentalizzate. Ha parlato di una violenza nel mondo del calcio ed ha parlato della polizia, il cui operato nessuno mette in dubbio”.

Fonte: http://www.datasport.it
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Icon_minitime2010-05-29, 14:37

Anche Zamparini, ma tutti tengono al silenzio in questo caso.. forse perche' e' veneto e quindi Maroni non vuole creare tensioni, non come con il romano de rossi... pensiero mio.
Comunque anche se magari per proprio tornaconto personale, mi fa piacere che abbia parlato pure Zamparini, d'altronde l'attacco fatto al romano e' solo pretestuoso, non si entra nel merito, e Manganelli non s'indigno' quando colpirono Gugliotta i suoi , o Cucchi, o Sandri, ecc.
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Icon_minitime2010-05-31, 16:53

Come svuotare gli stadi

(IL FATTO QUOTIDIANO)
Ho cominciato a dubitare del futuro del calcio, temendo stesse imboccando una china apocalittica, quando l’attuale presidente del Consiglio, allora a capo del Milan, suo primo e vero veicolo di consenso popolare, designò chi assisteva alle partite, i tifosi, gli sportivi, gli appassionati, gli esteti, i fanatici, gli ultras e l’umanità più varia della tribù dello stadio con il termine, orribile e offensivo, di “clienti ”. Nella sua visione ottusa e commerciale della vita e del sentimento, dell’appartenenza e dell’emozione e, forse, praticamente di tutto, ognuno è cliente di qualcuno o di qualcosa. Dunque, come tale, diventa obiettivo di una strategia di marketing. Leggere, perciò, che la tessera del tifoso è uno strumento di fidelizzazione a beneficio delle società di calcio, sorprende solo quelli che nell’ultimo decennio sonnecchiavano senza accorgersi dei cambiamenti epocali di un ambiente diventato industria e azienda. Nessun rimpianto di un passato arcaico e senza regole, quando il calciatore era merce di scambio e non aveva nemmeno il potere di accettare o meno un trasferimento. Nessuna nostalgia dei vecchi mecenati, tronfi e narcisi, che erano meglio degli attuali solo perché una stampa, autocensoria e trionfalistica, ne tralasciava i difetti lodandone solo il potere e il censo. Nessuna voglia di ripiombare in stadi cupi e senza vie di fuga, promiscui e grotteschi, dove comunque entrava di tutto, come testimoniano i morti di Salerno (Giuseppe Plaitano, 1963, Salernitana-Potenza) e all’Olimpico (Vincenzo Paparelli, 1979, durante il derby). No, niente di tutto questo. Oltre alla derubricazione del calcio a ramo della grande distribuzione, una sorta di prodotto omologato perché senza distinzioni e specificità, spaventa l’obiettivo di fondo: rendere lo sport, questo sport, un elemento per tifosi ufficialmente riconosciuti. Mi chiedo: e gli altri? Per esempio, i non tifosi, ma gli amanti del gioco? O gli appassionati puri? O quelli che si sono dimessi da tifosi? O le donne, sempre più numerose, che non sono categoria e no collettivo, sfuggendo a qualsiasi catalogazione? E gli interisti che, dopo Mourinho e la tripletta, si sono messi in sonno temendo di non poter rivivere un’altra stagione così trionfale? E i timidi, i puri, i deboli di tifo? Più che un’organizzazione per censire tutti gli spettatori, il progetto avrebbe dovuto tener conto della trasversalità che il calcio dona in misure diverse, e tutte rispettabili, ad una parte consistente dei suoi consumatori (termine etimologicamente diverso da clienti). Invece così si tende ad una semplificazione di massa che non sarà utile nemmeno ai club che vuole fidelizzarli. Intanto, perché inevitabilmente ne fidelizza solo una parte; poi, perché anziché avvicinarli allo stadio – allo spettacolo dello stadio, all’odore e al sapore dello stadio – li allontana. L’effetto di questa politica, anziché devastante come meriterebbe, non fa altro che spingere “clienti” verso la televisione a pagamento, il surrogato del botteghino, dove si affollano le masse, ignare di perdere la propria identità calcistica a beneficio di una visione della partita strumentale e, a volte, perfino manipolata. Parlo proprio della struttura del racconto, della consequenzialità delle immagini e della aderenza dei commenti al reale e al vissuto. Una prima, nemmeno troppo larvata forma di condizionamento.
La tessera del tifoso, in vigore dall’inizio della prossima stagione e contro la quale si organizzano manifestazioni, è l’altra faccia della card televisiva. Entrambe limitano (senza la tessera del tifoso non si potrà più seguire la propria squadra in trasferta, senza card non si vede la partita in tv), entrambe costano (la tessera dovrebbe aggirarsi sui dieci euro), entrambe identificano (nome e cognome utilizzabile per acquistare), entrambe saranno strumenti di marketing per rimpinguare ponderose mailing list dei “clienti” cui propinare ciarpame spacciato da merchandise.
Il resto è pretesto. Cosa significa sostenere che tra i vantaggi ci saranno i percorsi preferenziali all’interno degli stadi o di avere accessi con controlli limitati? Forse, com’è nella cultura del governo che l’ha concepita, che esistono tifosi di prima classe e tifosi di categorie inferiori?
E’ probabile, se non fosse che siamo di fronte ad un controllo sociale con scopi di lucro e con l’intenzione di moltiplicare gli introiti di club sempre più famelici, disperatamente intenti a mantenere la propria sussistenza, spesso in pericolo. Da rifiutare, in toto, l’idea che la tessera stabilisca un senso di appartenenza e che chi vuol andare alle partite debba per forza aderirvi. Una volta, non esattamente nel Giurassico, per appartenere, sempre che lo si volesse, bastava l’a bbonamento, un biglietto o una bandiera. Ora che serva la tessera, sembra solo una degenerazione, e nemmeno la più convincente. Diverso, anche se ambiguo, l’afacspetto relativo alla sicurezza. Per ottenere la tessera del tifoso è necessario non essere sottoposto a Daspo, l’osceno acronimo che indica il divieto di accesso alle manifestazioni sportive, in base alle legge del 13 dicembre 1989. Cito l’anno, né per pedanteria, né per precisione. Ma perché la legge esiste da più di vent’anni e per applicarla non c’è bisogno di passare dall’invenzione della tessera. Strumentale, infine, che la si crei nel momento in cui aumentano a dismisura e, a volte, senza effettiva ragione di ordine pubblico, le disposizioni del Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive (l’inutile e dannoso Casms, altro mostro prodotto dall’Osservatorio del ministero degli Interni): se, infatti, le trasferte sono sempre più vietate, a cosa serve la tessera per le trasferte? Tutto converge verso una burocratizzazione che scoraggia sia i veterani del tifo e della passione, sia i ragazzi, le ragazze e le fantomatiche famiglie che, in futuro dovrebbero scendere ad affollare lo stadio cinema-ristorante- supermercato, lo stadio mall della fantasia perversa di alcuni tecnocrati, mentre la partita c’è, oppure no, visto che l’importante è fare soldi in qualche modo. Perché allora tutta questa mobilitazione verso il tesseramento del tifoso? Forse, in fondo, per farlo recedere dall’andare allo stadio e aver avuto ragione a costruirne di piccoli, sempre più piccoli e adatti alle riprese tv. Forse per avere un motivo in più per dire che il calcio è sempre più e solo spettacolo televisivo. Dunque, da cambiare e da rendere sempre più affine a quel linguaggio, anche quanto a pause e interruzioni. Forse per arrivare ad un calcio inodore e insapore dove il pubblico altro non sia se non una quinta teatrale interpretata da attori scelti e fedeli. Affinché si compia l’oscura previsione del signor B. che, da presidente del Milan, a San Siro voleva solo i propri tifosi, capaci di interpretare gli osanna senza distinzioni e dissonanze.
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Icon_minitime2010-06-26, 15:05

Tessera del tifoso: chi ci guadagna?

Tessera del tifoso osteggiata dai tifosi, inutile e perfino pericolosa.

Avremmo potuto raccontare ancora una volta di privacy a rischio, violazioni costituzionali o diritti negati. Cose forse troppo intangibili per non essere sacrificate in nome della dea Sicurezza. Abbiamo, invece, per una volta spostato l’attenzione sulle cose concrete: sui soldi, quelli che noi tutti guadagnamo a fatica e decidiamo di spendere per una passione.

La domanda che ci poniamo è: chi ci guadagna con questa maledetta tessera?

Dicono che sarà uno strumento di fidelizzazione dei tifosi. E quindi dovrebbero guadagnarci le società. Ma sappiamo bene che il tifoso di calcio, per definizione, è fedele. Le società quindi non ne ricaveranno nulla, motivo per cui molte di esse non hanno mai nascosto lo scetticismo riguardo al progetto.

Saranno forse i tifosi a trarne vantaggio, tramite raccolte punti simili a quelle dei distributori di carburante o dei supermercati? Difficile pensarlo, forse arriverà qualche gadget ma calcolando costi di emissione e gestione, forse neanche per loro si profilerà una convenienza ad avere questa strana specie di carta di credito in tasca.

Ecco, ci siamo! Carta di credito = banche. Altro che fidelity card o documento di identità!

La tessera del tifoso è una carta di credito e le banche saranno gli unici soggetti a guadagnare, e tanto, dal fatto che sarà obbilgatoria per accedere ai settori ospiti degli stadi italiani.

Facciamo due conti. Ogni tessera avrà un costo di rilascio pari a dieci euro, proprio come una carta di credito ricaricabile con tanto di codice IBAN – International Bank Account Number .

Il tifoso dunque sarà costretto compiere operazioni bancarie per l’acquisto dei biglietti delle partite con inevitabili commissioni.

Ovviamente per incentivarne l’uso saranno previsti sconti sul merchandaising, agevolazioni riguardanti la priorità di acquisto e di prelazione dei biglietti ecc…

Non siamo noi a ipotizzarlo. Nel sito dell’Osservatorio Nazionale delle Manifestazioni Sportive, si specifica chiaramente che per i possessori di tessera “E’ favorita la concessione di facilitazioni, privilegi e/o benefici da parte delle società (accumulo di punti, diritto di prelazione per l’acquisto di biglietti, convenzioni con altre società private come Ferrovie dello Stato, Autogrill, sponsor, ecc.).

A buttarsi subito nella fantastica avventura della tessera la Lega Pro la cara vecchia serie C, sul cui sito si legge che “Ottenere una carta di pagamento ricaricabile Visa con un proprio IBAN (…) consente di (…) trasferire in real time denaro da una carta all’altra (card to card) (…) Maggiori servizi e benefici concreti: premi, merchandising, biglietti, convenzioni (…) La tessera rappresenta un borsellino elettronico che consente di fare operazioni di varia natura, acquisti online, prelevare contanti, trasferire denaro, ricaricare il telefonino”.

Che bello! Centinaia di migliaia di movimenti bancari e denaro depositato su questi borsellini elettronici, a cui non è riconosciuto un centesimo di interesse attivo. Sia chiaro, questa massa di soldi depositata sotto questi mattoncini virtuali non frutta nulla al risparmiatore ma non alle banche, che potranno disporre di soldi contanti e freschi per altre operazioni a scopo di lucro.

Inoltre, sempre le banche, potranno gestire al meglio i dati di potenziali clienti a cui potranno offrire ogni genere di servizio (conti correnti, fondi di investimento ecc.) perchè la speculazione non si ferma mai!

Trai tifosi della tessera del tifoso, oltre al ministro dell’interno Maroni, il presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio, Giancarlo Abete. Piccola nota di gossip: il fratello di Giancarlo Abete si chiama Luigi ed è vicepresidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e presidente della BNL (Banca Nazionale del Lavoro).

Quella della tessera del tifoso sembra una storia uscita da un romanzo, scritto a quattro mani da Orwell ed Ezra Pound, in cui si celebrano le nozze tra controllo sociale e speculazione!

Fonte: http://freedomforfans.wordpress.com
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MessaggioTitolo: Re: No alla tessera del tifoso   No alla tessera del tifoso - Pagina 3 Icon_minitime2010-06-28, 15:43

Il calcio triste dei tifosi inutili

Il calcio moderno tradisce la passione dei tifosi. Li trasforma, da protagonisti, in inutili orpelli di un prodotto opaco e privo di trasalimenti. Inevitabile che la memoria torni indietro. Al calcio di una volta. Recuperarlo sarebbe forse impossibile. Tuttavia trascinarlo in questo modo verso il baratro è crudele.

C’era una volta il tifoso vero, razza ormai in via di estinzione. Quello che, il giorno prima o la mattina stessa in cui scendeva in campo la sua squadra del cuore, dava un’occhiata al tempo e al portafoglio. Rifletteva, tra sé e sé, sull’opportunità o meno di andare a vedere la partita. Alla fine, come sempre, la ragione veniva inesorabilmente sconfitta. E così si avviava verso lo stadio, con la sensazione dentro di andare a fare qualcosa di buono e di utile. Senza chiedere niente in cambio, salvo una briciola di felicità. Saliva in macchina o in treno (quando si giocava in trasferta) e partiva verso l’avventura con lo spirito di un bambino. Magari portandosi dietro anche la prole. Per abituarla, fin dalla tenera età, ad amare le maglie sopra ogni altra cosa e a vivere la partita in diretta. Così come dovrebbe essere. Perché, a prescindere da ogni altra considerazione, le maglie non andrebbero mai lasciate sole. Accada quel che accada.

Poi ha iniziato a diffondersi il tifoso per caso. Quello che, impigrito dalle comodità dell’era moderna e ricattato dalla pay per view che gli consente di seguire la partita in pantofole nel confortevole tepore del salotto di casa, ha progressivamente rarefatto la partecipazione diretta all’evento. Prima ha iniziato a saltare le trasferte e, poi, anche le partite in casa. Quindi ha deciso di restringere la sua partecipazione a pochi eventi topici (playoff, playout, festeggiamenti per la promozione e/o la salvezza). Forse anche in ossequio al presenzialismo ossessivo, che pervade tanta gente e ha ben poco a vedere con la passione genuina.

Nei nostri tempi opachi viviamo l’era del tifoso inutile. L’avvento dei troppi organismi deputati al controllo dell’ordine pubblico (Casms, Osservatorio, Questure, Prefetture e quant’altro) ha dato il colpo di grazia alla già labile voglia di calcio che c’era in giro. Biglietti nominativi, tessera del tifoso, prefiltraggi, tornelli, chiusura dei botteghini ad orari impossibili, divieto di trasferte, settori chiusi, impianti fatiscenti ridotti a cattedrali nel deserto. Soprattutto in Lega Pro questo tipo di approccio dirigistico è stata la mazzata decisiva. Gli stadi, salvo qualche rara e meritoria eccezione, sono desolatamente vuoti.

Il fatto è che, secondo il discutibile ragionamento di quanti dovrebbero gestire al meglio il bene comune in tutte le sue manifestazioni, il tifoso non serve più da traino al calcio. Quanto meno non a questo orribile calcio moderno, che ne ha di fatto inaridito tutte le radici. Il tifoso è stato trasformato in un accessorio inutile, se non perfino ingombrante. Meglio tenerlo lontano. Meglio affidarsi a uno spettacolo virtuale. Da giocarsi in grigi e artificiali scenari di cartapesta.

Eppure, come ha osservato in tempi non lontani il presidente della Lega Pro Mario Macalli in varie interviste, la chiusura degli stadi o di alcuni suoi settori, è un vero e proprio obbrobrio che inaridisce la principale fonte dei ricavi del calcio minore. “Il botteghino è una delle poche risorse, ma se le gare più importanti vengono vietate ai tifosi, è finita. Se ci sono le rapine in banca si dà la caccia ai rapinatori, non si chiudono le banche”, ha dichiarato lui stesso in un’intervista.

Tutto ciò avviene, paradossalmente, in un mondo globalizzato. Nel quale gli spostamenti sono ormai incredibilmente rapidi e agevolati dai moderni mezzi di trasporto. Il che consentirebbero di prendere, all’ultimo tuffo, la decisione di seguire la squadra del cuore. Di farlo tutte le volte che se ne ha voglia, secondo le proprie scelte. Come dovrebbe essere in un paese libero. Oggi muoversi più o meno liberamente è possibile (quasi) a tutti, meno che all’inutile tifoso dell’ormai altrettanto inutile calcio in cui i nostri (opachi) dirigenti hanno trasformato il gioco più bello del mondo.

Da illusi sognatori non ci resta che voltarci indietro. Per recuperare, grazie alla memoria, quei ricordi mai patetici che ci consentono di proseguire un percorso che si è fatto alquanto aspro. E continuare a raccontare un calcio triste e infelice nel quale i tifosi, e noi con loro, non si riconoscono più.

Sergio Mutolo

Fonte: http://www.calciopress.net
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